Auguste Rodin, 'Sentiero a Watermael nella foresta di Soignes'A. Rodin, 'Sentiero a Watermael
nella foresta di Soignes'

"Ma è la Sistina!". Prendiamo spunto da questa esclamazione riportata nel testo di Barbara Musetti 'Ceci n'est pas un peintre. Qualche riflessione intorno alla produzione pittorica di Auguste Rodin' per tentare di comprendere il ruolo chiave rivestito dalla pittura nell'esistenza di Auguste Rodin. Un aspetto meno conosciuto per volontà stessa dell'artista che non ha mai firmato i suoi dipinti, non se ne è mai separato e tanto meno fatto commercio; un'attività cresciuta negli anni della Petite École e diventata lente d'osservazione del mondo, del suo mondo.

Che cosa accomuna il Buonarroti e il suo capolavoro romano nella Sistina e l'artista francese? Era il 1907 quando l'allora sottosegretario alle Belle Arti e gran conoscitore e stimatore dell'arte rodiniana, Henri Dujardin-Beaumetz, commissionava al sessantasettenne autore francese un'impresa normalmente riservata ai pittori: la decorazione ad affresco dell'antico seminario di Sait-Sulplice. Un lavoro mai portato a compimento ma che racchiuse un significato altamente simbolico e il traguardo vittorioso di una lunga carriera professionale: "L'affresco simboleggiava ai suoi occhi l'ultimo anello di congiunzione con Michelangelo", scrive la Musetti. Una tecnica mai praticata da Rodin, ma assimilata attraverso studi e costanti osservazioni sui capolavori di Michelangelo; una tecnica definita dall'autore stesso: "l'intermediazione tra il bassorilievo e il quadro". Per quest'impresa la committenza gli chiese il Paradiso dopo l'Inferno della sua Porta. Una personale ed intima Divina Commedia, un'immersione totale nelle vite dei suoi grandi maestri.

Dall'affresco alla carta – Considerato un maestro della scultura del XIX secolo, Rodin ha intriso, dall'inizio alla fine, la sua esistenza dei colori della pittura. Per assurdo che possa sembrare Rodin scopre la Natura, vera fonte per la pittura dal vero, in Belgio e non in Italia. I dipinti con vedute di paesaggio sono tutti olii su carta, successivamente incollati su cartoni, in epoca probabilmente posteriore a Rodin.

E a dispetto della datazione, i dipinti di Rodin non sono impressionisti. "Quando dipinge, Rodin è troppo geloso della propria libertà per ispirarsi a una qualsiasi teoria". Interessante è, invece, il riferimento di certi autori del secondo Ottocento alla figura dell'artista "universale" rinascimentale che non conosce soluzioni di continuità tra l'attività di architetto, incisore, pittore o trattatista. Lungo questa strada Théophile Gautier arrivò a definire "Architettura, scultura, pittura tre province dello stesso regno, tre forme della stessa idea, tre lati di un triangolo".

Rodin. Le origini del genio (1864-1884)
20 novembre 2010 – 20 marzo 2011
Palazzo Leone da Perego
via Gilardelli, 10 – Legnano
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tel 02.4335.3522; servizi@civita.it
Orari: Da martedì a domenica h 9.30 – 19.00