Giannetto Bravi nelle vesti di custodeGiannetto Bravi nelle vesti di custode

Micragnoso – Occorre vedere il sito di Giannetto Bravi per entrare dentro le sue ossessioni. Una pretesa catalogante, un ordine mentale che nulla lascia al caso, un pervicace controllo su tutta, ma proprio tutta, la propria produzione che viene squadernata in maniera implacabile con tanto di spiegazioni didascaliche, contributi tecnici, immagini. Un vero e proprio archivio della memoria.

Coazione a ripetere – E' l'imprinting che muove anche tanta parte della sua produzione artistica. Da quando abbandona i suoi studi di geologo che in qualche modo risuonano nelle sue prime ricognizioni giovani alla ricerca di reperti da custodire sulle pendici del Vesuvio, fino ai suoi excursus cinematografici fino a questa sua lunga ultima stagione, effigiata simbolicamente dal camice tipico del custode di museo. Salvare la memoria, la sua coazione a ripetere.

La mostra a Como – E' in questa veste che l'artista di Tripoli, trascorsi napoletani, da anni saronnese di adozione, si ripresenterà al suo pubblico presso la ex Chiesa di San Pietro in Atrio a Como con una personale dal titolo "Quadreria d'Arte. 150 Ritratti-Autoritratti". Una restituzione sintetica della più vasta antologica tenutasi qualche mese fa nel Museo di Capodimonte e la continuazione di un discorso in progress che ormai vanta diverse migliaia di opere.

Opere di BraviOpere di Bravi

Il flâneur – "La Quadreria d'Arte rappresenta il museo di tutti i musei, il museo che ogni collezionista può allestire tra le sue mura domestiche scegliendo i lavori e gli autori più graditi", spiega Bravi. E' il frutto di un'attività da flâneur, così la definisce Roberto Borghi, presentandolo a Como, del disinteressato girovago, tra i musei italiani e non, griffati e sconosciuti, alla ricerca dei capolavori e di opere ancora da scoprire. Qui Giannetto esercita la sua privatissima 'compulsione': fa incetta di santini, le cartoline che ormai presidiano qualsiasi luogo di cultura, opere di ogni epoca e tipo.

Il lavoro
– Fa incetta e poi assembla. A quattro, a sei, altrove anche a più esemplari dello stesso tipo – in mostra a Como, Bravi ha scelto solo opere che raffigurano ritratti o autoritratti – che poi provvede ad incollare su masonite, a mettere sotto vetro e ad incorniciare. Infine didascalizza, con misure, data e firma. L'opera è pronta. Il suo museo personale si costruisce così. La sua mostra si fa di capolavoro in capolovoro, ogni capolavoro è ribadito all'interno della stessa opera, quattro, sei, otto e più volte. Ogni tanto scappa anche il numero dispari; più raro, e non per la cabala. La sua ambizione, Padreterno permettendo, è arrivare ad una quadreria di 10mila, 15mila lavori. "E' una ossessione, si, ma terapeutica", dice.

Un  invito al viaggio – C'è una ragione in tutto questo? "J'aime cet objet qui represente une perpétuelle invitation aux plus divers et aux plus ambigus des voyages", scrisse dei suoi primi lavori quasi quarant'anni fa Pierre Restany. Allora erano le valigie 'concettuali'. Adesso sono le cartoline e i musei quasi 'portatili': museo d'asportazione, à la carte, per citare ancora Borghi: ti portano il museo in casa, in galleria, ma non ti fanno anch'esse sottilmente venir voglia di viaggiare almeno con la fantasia? Spesso, si. Quasi sempre, si.

Giannetto Bravi – Quadreria d'Arte. 150 Ritratti-Autoritratti
ex Chiesa di San Pietro in Atrio
Como
31 agosto – 29 settembre
inaugurazione 31 agosto ore 18
A cura di Roberto Borghi, Carlo Ghielmetti e Jessica Anais Savoia
orari: tutti i giorni 15-19.30;
sabato e domenica  10-12.30/15-19.30; lunedì chiuso.
info: 031.252352