Cave Canem - Humanitas 1918Cave Canem – Humanitas 1918

Un altro tassello rilevante – Grande entusiasmo al Museo Civico Floriano Bodini di Gemonio per l'inaugurazione della mostra "Anima Mundi. I marmi di Adolfo Wildt"
Un percorso espositivo che aggiunge un tassello rilevante alla storia del museo e ne evidenzia la traiettoria di crescita e sviluppo rivolti all'arte contemporanea.

Legami ed eredità – Dopo Lucio Fontana e Jean Rustin ecco un altro maestro che arricchisce di una perla la piccola realtà museale del territorio varesino, così capace di emergere grazie soprattutto ad uno staff d'eccellenza.
A partire dal direttore del museo, Daniele Astrologo Abadal, che, sia nel catalogo che in sede di presentazione di mostra, ha sottolineato il binomio tra grandi maestri dell'arte contemporanea e il museo di Gemonio, che prende vita proprio grazie ad uno di questi: Floriano Bodini.
Astrologo ha poi ricordato lo stretto rapporto tra Wildt e Fontana, suo allievo, a cui il museo ha dedicato una mostra lo scorso anno; rapporto questo tra due personalità forti che agivano direttamente sulla materia, marmo o ceramica che sia, estraendone arte viva.

Daniele AstrologoDaniele Astrologo

L'importanza del catalogo – Intervento più filosofico quello del critico d'arte Stefano Crespi, che ha ricordato Wildt come un grande maestro, uno dei pochi del ‘900 in grado di suscitare le più forti e nascoste emozioni attraverso i suoi volti, i suoi ritratti.
Daniele Astrologo Abadal e Stefano Crespi sono solo due dei nomi che hanno dato vita ad un catalogo di tutto rispetto, in cui si trovano scritti di Alberto Montrasio, stretto collaboratore del museo varesino e noto gallerista milanese, e di Enrico Crispolti, illustre conoscitore dell'arte contemporanea. A questi si aggiungono testi di giovani storici e ricercatori artistici, tra cui la giovane storica dell'arte varesina Chiara Gatti, già collaboratrice di Repubblica.

Piccola ma preziosa – L'esposizione presenta 45 capolavori tra cui pregiati marmi, disegni, opere grafiche e fotografie.
Mostra ricchissima dunque, ricchezza non dettata dalla quantità delle opere presenti ma dalla qualità.
Piccoli ma enormi capolavori che ci permettono di esplorare l'anima più profonda dell'uomo, non solo artista, che era Adolfo Wildt.