L'Hangar BicoccaL'Hangar Bicocca

Nuovi profili – Non chiamatelo museo! L'Hangar Bicocca cambia volto e definisce la decisa linea da seguire: uno spazio creativo, un centro per gli artisti. A presentare il nuovo Hangar dopo gli interventi di restauro è la direttrice artistica Chiara Bertola, accompagnata da un pool di curatori: Susanne Franco e Roberto Casarotto per la Danza contemporanea, Andrea Lissoni per il New Media, il cinema e la musica. Un'impostazione organizzativa che anticipa lo spirito con cui 'riparte' l'Hangar: un connubio tra le arti, contaminazioni inevitabili quando si parla di arte contemporanea, un respiro internazionale che illumina il quartiere Bicocca, coinvolto e in continuo dialogo con lo spazio artistico.

Un benvenuto firmato Melotti – Solcato il cancello d'ingresso lo sguardo viene catturato dall'imponente opera in ferro di Fausto Melotti, La sequenza. Posizionata nel giardino antistante l'ingresso, lopera monumentale viene proposta al pubblico milanese dopo essere stata esposta solemente a Firenze a Palazzo Belvedere nel 1981, anno di realizzazione (progettata nel 1971), e poi posizionata nel parco di Villa Arconati a Bollate. L'attuale collocazione dell'opera, come per le Torri di Kiefer, è garantita per 30 anni grazie al contributo dato alla Fondazione Hangar Bicocca dal Gruppo Pirelli e Carlo Puri

'La sequenza', F. Melotti'La sequenza', F. Melotti

Negri. Una porta pesante e leggera, che sembra muoversi a ritmo di musica, posta tra la grande arte del Novecento e i nuovi volti internazionali contemporanei che da oggi in poi solcheranno l'ingresso dell'Hangar.

Niente di troppo moderno – Lo spazio necessitava di lavori di ristrutturazione e nuovi ambienti mirati al coinvolgimento e all'accoglienza dei visitatori. Ecco dunque che nascono la libreria – e non bookshop, sottolinea la direttrice Bertola – il bistrot, i servizi igenici adeguati e il collegamento wireless e hotspot bluetooth per le spiegazioni multimediali delle opere. Gli interventi strutturali hanno riguardato l'impianto di riscaldamento che ha portato all'innalzamento della pavimentazione. L'intenzione era quella di lasciare il più possibile invariata l'atmosfera industriale dell'ambiente, lasciare le scritte degli operai che vi lavoravano, i tubi a vista e i muri scrostati dettati dal tempo.  

Il battito comune – Ospite d'onore per la riapertura dell'Hangar è il maestro francese Christian Boltanski. L'artista torna a Milano dopo la personale del 2005 al PAC. Un'allestimento che non poteva non coinvolgere lo spettatore, temi e soggetti che entrano direttamente nell'animo di chi entra a contatto. Con l'installazione Personnes Boltanski torna a dialogare con l'umanità intera a porre degli interrogativi comuni, a far meditare sulla vita e sulla morte. Nello spazio completamento buio dell'Hangar si imbocca un corridoio illuminato al neon in cui il respiro accellera dettato dal suono del battito del cuore che accompagna fino alla luce accecante del cubo, la sala che ospita l'opera. I battiti che si ascoltano durante il cammino sono parte del progetto del 2008 Les

'Personnes', C. Boltansky'Personnes', C. Boltansky

Archives du Coeur, che Boltanski realizza grazie alla Neoshima Fukutake Art Museum Foundation e custodito nell'isola giapponese di Teshima. Un lavoro in continua evoluzione: anche ai visitatori della mostra è data l'opportunità di far parte di questo progetto, facendosi registrare il battito del proprio cuore.

Un abito per ognuno di noi – Terminato il corridoio ci si trova di fronte ad una montagna di abiti, 30 tonnellate di vestiti ammucchiati. Una gru posta alla sommità prende un mecchietto di vesti e li sposta in un altro punto della sala, cambiando continuamente o scenario visivo. Grande è l'impatto emotivo, dettato dal movimento della gru che, come vuole l'artista, porta alla meditazione sul ruolo di ognuno di noi, di ogni singolo indumento parte del tutto. Fondamentale è il ruolo del destino o la mano di Dio, la rinascita e una nuova occasione per ogni persona.

Immagini senza tempo – Nella prima parte dello spazio espositivo è presentata al pubblico End, la trilogia di video di Carlos Casas, artista visiso e filmaker catalano. Uomini in condizioni di vita estreme, solitudine e silenzio, distese infinte di nulla, spazi infiniti e indescrivibili. La bellezza della natura incontaminata,

'Sette palazzi celesti', Kiefer'Sette palazzi celesti', Kiefer

delle terre estreme è visibile in Terre vulnerabili, installazione in anteprima mondiale realizzata appositamente per Hangar Bicocca.

In perenne dialogo – Anche all'esterno delle mura dell'Hangar, l'arte contemporanea è protagonista: Melting Pot 3.0 di Stefano Boccalini è una struttura permanente diventa luogo di interazione tra lo spazio d'arte, il pubblico e il quartiere Bicocca. Un pergolato creato con diversi stili architettonici interamento dipinto di bianco funge da cerniera tra interno ed esterno: uno dei punti fermi dei curatori è proprio l'intenzione di istaurare un rapporto diretto con il quartiere Bicocca, con i suoi residenti, con le sue diverse realtà sociali e culturali.

Nel buio si innalzano le torri – La novità, le mostre, gli incontri, i lavori da svolgere, devono tener presente di una presenza costante e imponente all'interno dello spazio Bicocca, le torri di Kiefer. Sette imponenti costruzioni realizzate appositamente per lo spazio, si innalzano per tutta la lunghezza della navata centrale, illuminate nel buio dell'ambiente. Sette torri monumentali in cemento armato e piombo, che simboleggiano l'esperienza mistica dell'ascensione attraverso i sette livelli di spiritualità.

'Christian Boltanski, Fausto Melotti, Anselm Kiefer, Carlos Cacas e Stefano Boccalini'
fino al 19 settembre 2010
Fondazione HangarvBicocca
Via Chiese, 2 – Milano
Tel. +39 02 66111573 – Fax +39 02 6470275
Orari: da martedì a domenica 11.00 – 19.00
giovedì 14.30 – 22.00. Lunedì chiuso
Ingresso: Intero 8 €, Ridotto 6 €
info@hangarbicocca.it
www.hangarbicocca.it
Ufficio Stampa: Lucia Crespi – lucia@luciacrespi.it
+39 02 89415532