La chiesa di S.Maria, esternoLa chiesa di S.Maria, esterno

L'archeologia moderna, a differenza di quella di non troppe decine di anni fa, è una ricerca globale, una vera e propria archeologia del territorio, tesa a ricostruire l'ambiente con cui l'uomo ha interagito. Per questo lo scavo non è più uno sterro, ma il punto di arrivo di analisi preliminari e il punto di partenza per gli studi successivi.
Le indagini che hanno interessato la chiesa di S.Maria di Sumirago, confluite in un bel volume, sono un esempio di come più discipline possano cooperare a ricostruire un periodo o un evento storico.

Indagini archivistiche – Diversamente dai dati archeologici, parecchi sono i documenti scritti su Sumirago, soprattutto per l'epoca altomedievale. Già un testo dell'850 d.C. ricorda la chiesa di S.Maria, con la dedicazione anche a S.Lorenzo. Documenti di età carolingia ci informano della presenza di un certo Alchar, alemanno, proprietario di terre.
Tutti questi dati permettono di definire Sumirago un centro abitato di un certo rilievo, collegato con Milano, posto all'interno del distretto del Seprio, regione all'epoca di fondamentale importanza dal punto di vista militare e difensivo.
I documenti forniscono informazioni anche sulla organizzazione della campagna: emerge una economia prevalentemente agricolo-pastorale, fondata su insediamenti sparsi: qui alla coltivazione di limitati spazi agricoli, si affiancano lo sfruttamento del bosco, l'allevamento del bestiame e la caccia.

Uno spaccato di vita quotidiana. Un documento del 1438 ricorda e permette di ricostruire un evento di vita

La chiesa di S.Maria, zona altareLa chiesa di S.Maria, zona altare

cittadina, ovvero la nomina di un nuovo cappellano della chiesa di S.Maria, dopo la morte del prete Antonio Bossi. Si scopre così che si riunì una ristretta assemblea di anziani, che ordinò ad un giovane di passare casa per casa e avvisare tutti i capofamiglia della riunione per la nuova nomina. Così avvenne e pochi giorni più tardi venne scelto il nuovo cappellano… osservando i cognomi dell'epoca ricorreva con una certa frequenza il nome della famiglia Turri: forse personaggi di un certo ceto sociale?

Via agli scavi! Dopo aver ricostruito un quadro più o meno articolato in base ai documenti, lo scavo archeologico è importante per trovare una corrispondenza con quanto raccontato dalle carte.
A Sumirago gli scavi si sono svolti nel 1988, in prospettiva dei restauri. Scopo dei lavori, organizzare le fasi edilizie della chiesa e verificare l'attribuzione dell'edificio più antico al periodo altomedievale.

La chiesa di S.Maria, sepolturaLa chiesa di S.Maria, sepoltura

Tre fasi – La lettura del terreno è stata difficile, a causa di frequenti manomissioni, tuttavia è stato possibile individuare tre edifici sovrapposti: una primissima chiesa risalente all'Altomedievo, di cui rimangono le fondazioni, distrutta e in parte recuperata per un nuovo edificio di culto nel XIV secolo. Nel XVI secolo fu costruito il terzo ed ultimo edificio, che da allora subì solamente piccole modifiche.

La chiesetta altomedievale – 
È stato possibile ricostruire l'aspetto del più antico edificio. La chiesa primitiva era ad una sola navata, con abside quadrata. Questo schema architettonico è di origine paleocristiana e fu usato in Italia fin dal V secolo d.C., soprattutto nella zona della diocesi di Como ed in Piemonte a Novalesa. La fondazione della chiesa, non ancora del tutto precisata, si può far risalire alla tarda età longobarda-prima età carolingia, in base a confronti di dettagli architettonici con realtà più grandi, come S. Salvatore a Brescia.

Dati archeologici e antropologici – 
Il ritrovamento di sepolture all'interno del complesso ha permesso di affiancare all'attività archeologica uno studio antropologico. Infatti l'analisi dei reperti ossei, compiuto in laboratorio, che si avvale anche di tecniche e strumenti scientifici, permette di raccogliere informazioni sulla vita degli antichi, come l'alimentazione, lo stato di salute. Questo perché le ossa umane fungono da vero e proprio registratore degli eventi accaduti in vita.

L'uso funerario
. Sedici tra tombe e ossari sono state ritrovate all'interno dell'edificio, due fosse e un cumulo di terra argillosa con ossa sparse. Questi dati testimoniano l'uso funerario prolungato della chiesa, senza che sia stato però possibile fissare una cronologia precisa per le tombe. Diverse le tipologie: ci sono sepolture a cassa rettangolare intonacata, sepolture delimitate da pietre e ciottoli, sepolture in muratura. Tutte erano posizionate nella navata della chiesa, in alcuni casi lungo i muri

Fasi dell’edificioFasi dell'edificio

perimetrali. Interessante è una tomba a cassa rettangolare intonacata, con riciclo nella struttura di resti architettonici, tipologia presente in tutto l'arco alpino dal V secolo d.C. e diffusa in epoca longobarda.

Le analisi antropologiche – 
Ma che dire di coloro che si trovavano nelle sepolture? Le analisi antropologiche ne hanno determinato l'età, il sesso e lo stato di salute. Sono stati analizzati cinque individui: tutti uomini, alti circa 160 cm, vissuti fra i trenta e i quarantacinque anni, due dei quali con caratteri molto simili tali da far pensare a un grado di parentela. Le malattie individuate riguardano soprattutto i denti: frequenti le carie, l'ipoplasia dello smalto, dovute a carenze nell'alimentazione. Ma ci sono anche casi di artrosi, legati all'età e agli stress sopportati in vita.

Ancora tanti aspetti "aperti".
Le indagini archeologiche hanno il merito di aprire finestre su altri settori, come la ricerca d'archivio e l'antropologia. Ma non finisce qui: a parlare saranno gli oggetti provenienti dallo scavo, i muri e frammenti di intonaco.