Busto A. – Racconta, cuce la storia del passato al presente e imbastisce il futuro.”Il filo rosso”.  Non è solo un legame inscindibile nel tessuto della memoria cittadina ma è anche il titolo della mostra allestita allo Spazio Arte Carlo Farioli in occasione del 75° anniversario della deportazione della commissione interna della Ercole Comerio. L’esposizione, inaugurata sabato alla presenza delle autorità, delle maestranze della ditta e di Pia Jarach relatore della manifestazione ed esperta del Memoriale della Shoah di Milano, si compone di tredici tavole a fumetti realizzate da Tiziano Riverso che ispirandosi al testo “Una storia che ci appartiene… 10 gennaio 1944. La protesta che portò alla deportazione”, di Ernesto Speroni ha illustrato i drammatici momenti di quel giorno quando alcuni operai della ditta furono arrestati dai tedeschi e deportati  nel campo di sterminio di Mauthausen.

“E’ stata una esperienza toccante – sottolinea l’artista -. Ho dovuto calarmi nella storia,  per poter raccontare i dettagli della vicenda accantonando la fantasia che nel mio lavoro è fondamentale per poter vivere profondamente la scena, per sentire le voci, i rumori e la paura. Per questo nei disegni mi sono espresso attraverso due tecniche specifiche. Per quanto riguarda i personaggi legati al nazismo ho usato la penna elettronica, più rigida e incisiva, mentre per rappresentare i martiri ho disegnato a mano libera, con un tratto più

morbido”. Sono esposti, oltre alle tavole a fumetto anche alcuni disegni, di grande formato,  nei quali l’artista ha liberato attraverso linee stese di getto, intime emozioni scatenate dai tragici fatti avvenuti alla Comerio.

In mostra anche  tre bozzetti firmati da Carlo Farioli (il quarto è stato scelto) per il monumento poi  realizzato nel parco Comerio dove sorgeva la ditta. Esposta per l’occasione anche una divisa dell’esercito, una borraccia, originali e alcuni testi prestati per l’occasione dalla “Casa del ‘900”.

Su tutta l’esposizione sovrastano fili rossi che corrono lungo le pareti, da un’opera all’altra. Si incrociano,  si accostano si uniscono così come per la memoria di quel lontano 10 gennaio del 1944, che ancora corre, incrociando epoche e realtà diverse, che unisce,riunisce e sempre riunirà  tutti nel ricordo e nella difesa dei valori a volte dati per scontati e soprattutto perchè le coscienze rimangano lucide.

La mostra nella sede di via Silvio Pellico, 15, prosegue fino al 20 gennaio ed è visitabile da giovedì a sabato dalle 16.30 alle 19; domenica dalle 10.30 alle 12 e dalle 16.30 alle 19.