Il memorial della Shoah di Berlino - da internetIl memorial della Shoah di Berlino
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Una varesina all'Università della Calabria – Storia, letteratura, cinema, teatro e arte. All'Università della Calabria tre giornate di incontri e di studio per non dimenticare e per approfondire uno dei periodi più bui della nostra storia. Un convegno organizzato in occasione della 'Giornata della memoria' intitolato 'Toccare, Vedere, Sentire: comprendere l'Altro' ideato e realizzato dal docente di museologia e storia dell'arte Paolo Coen e dai professori Manlio Gaudioso e Galileo Violini, che si terrà dal 26 al 28 gennaio presso l'ateneo di Arcavacata in provincia di Cosenza. Tra i coordinatori ci sarà anche Enrico Crispolti e tra gli storici dell'arte anche la varesina Alessandra Bertolè Viale che farà un intervento su 'Peter Eisemann e il memorial della Shoa di Berlino', l'imponente memoriale costruito nella capitale tedesca ed inaugurato nel 2005. Un argomento di ricerca che la studiosa ha già affrontato lo scorso anno durante un seminario presso l'Università di Siena. Un intervento ambientale, quello di Eisemann, che fin dalla sua genesi è accompagnato da un serrato dibattito che coinvolge sia gli aspetti architettonici sia i progettisti.

Una storia complicata – La controversa vicenda dell'opera cominciò nel 1988 con l'idea lanciata dalla giornalista Lea Rosh di dedicare uno spazio alla memoria della Shoah nella capitale tedesca ed è passata attraverso due concorsi, fino ad approdare al progetto noto come "Eisenman II". In una vasta area di Berlino sono collocate, secondo una rigida griglia ortogonale, 2.711 stele di calcestruzzo speciale di una altezza variabile tra i 20 cm e gli oltre 4 m. Assolutamente privo di nomi e di significati simbolici che rimandino alla tradizione ebraica, il luogo vuole essere, nell'idea dell'architetto, uno spazio nel quale l'individuo è solo con se stesso e la sua mente, in modo da lasciar posto al ricordo.
Alla funzione evocativa dell'immensa opera è affiancata una concreta testimonianza storica, collocata però nel centro d'informazioni sotterraneo. Nella ripetizione della forma e nella estensione del memoriale si evoca il principio fondante dei drammi del XX secolo: la ragione che diventa follia se messa al servizio di progetti e ideali negativi. Un vero e proprio intervento ambientale che travolge il visitatore e restituisce un senso di smarrimento e d'inquietudine.

Alessandra Bertolè VialeAlessandra Bertolè Viale

Maggiore chiarezza – "Nel mio intervento ricostruirò la storia del memorial di Berlino, farò una descrizione critica del monumento in sè", ci spiega la Bertolè Viale: "si tratta di un'opera ambientale di forte impatto, immediata da un punto di vista emotivo". Parte dell'incontro verterà sul dibattito che si è creato intorno alla costruzione del memorial, sia dal punto di vista dell'architettura sia riguardo agli artisti che sono intervenuti nella realizzazione. La controversia maggiore riguarda l'allontanamento e il totale disconoscimento della paternità del progetto da parte dell'architetto Richard Serra. Continua la storica dell'arte: "nel secondo concorso indetto per la realizzazione del memorial è stato selezionato il progetto presentato da Serra ed Eisemann, ma vennero successivamente apportate delle modifiche che Serra non accettò. In particolare non digerì l'idea di inserire un centro di documentazione che, per quanto poco visibile, andava contro l'idea stessa di arte che ha Serra". "A livello ideologico era un surplus inutile e soprattutto per Serra l'informazione non ha niente a che fare con l'arte, sono due cose che devono restare distanti" conclude la Bertolè Viale. Nella conferenza la studiosa cercherà quindi di far luce su una controversia non del tutto risolta, dove all'arte si intrecciano interessi politici ed economici con i quali Eisemann è riuscito a mediare realizzando un'opera davvero memorabile.