Circe, Bottazzi

Bard (AO)- Una nuova, inedita mostra dedicata al Déco in Italia ospitata al Forte. Un grande progetto espositivo, curato da Francesco Parisi, che presenta 230 opere tra pittura, scultura, decorazioni murali, arti applicate, manifesti e illustrazioni. La rassegna, in apertura da sabato 2 dicembre, è  allestita nelle sale delle Cannoniere e delle Cantine, oltre a ricostruire la sezione italiana presente a quell’evento epocale, intende restituire una sorta di fotografia di quanto si andava producendo in quegli anni.

Esposte non solo le sfavillanti ceramiche firmate da Gio Ponti per Richard Ginori e le delicate trasparenze buranesi di Vittorio Zecchin, ma anche opere di pittura e scultura, connotate da quel gusto sintetico e lineare che caratterizzò una parte dell’arte italiana di quegli anni.

Ed ancora si possono ammirare altre opere come il pannello in ceramica di Galileo Chini che ornava il salone del Padiglione Italia, il ritratto di Augusto Solari di Adolfo Wildt, anch’esso presente a Parigi, le celebri ceramiche di Francesco Nonni e straordinari dipinti di Aleardo Terzi e Umberto Brunelleschi che segnano un versante più illustrativo della pittura di quegli anni.

Marco ArosioZecchin,Pannello animali esotici

Largo spazio è dato anche a quel sottile legame che legò il secondo Futurismo alla temperie Déco e che fecero esclamare a Margherita Sarfatti “il Futurismo ha salvato l’Italia alla mostra di Parigi”. La ricostruzione dell’esposizione del 1925 permette di presentare molte di quelle opere tra cui: gli studi preparatori per il grande arazzo del Genio Futurista di Giacomo Balla (che ornava la scalinata del Grand Palais) ed altri arazzi e mobili progettati da Fortunato Depero, nonché alcune scenografie di Enrico Prampolini. Contigui al futurismo, le visionarie opere di Sexto Canegallo e Cornelio Geranzani testimoniano invece alcune aperture al certo decorativismo internazionale.

Bucci, Cleopatra, Gall. Mapelli

Molti anche i ritratti femminili su cui svetta uno dei dipinti più rappresentativi di Giulio Aristide Sartorio e di quella luminosa stagione, detta “di Fregene”, in cui l’artista immortalava la compagna, l’attrice Marga Sevilla, assieme ai suoi bambini. Più corrispondenti al Déco francese invece le opere di Mario Reviglione tra cui Zingaresca e il Ritratto della signora Cavagnari Gori vicino al celebre ritratto della scrittrice Amalia Guglielminetti.

La mostra amplia inoltre gli estremi cronologici finora utilizzati, 1919-1939, includendo gli anni antecedenti il primo conflitto mondiale e contrappuntando il percorso espositivo da alcune puntuali ricostruzioni storiche di occasioni rilevanti come, ad esempio, il Padiglione Italiano alla mostra parigina del 1925, le Biennali di Arti Decorative di Monza, nonché alcuni focus su due personalità influenti degli anni ‘20: la gallerista e couturier Maria Monaci Gallenga e Riccardo Gualino.

Il percorso

La mostra segue un percorso scandito in sezioni tematiche, ma anche ripartito per tecniche.
Ognuna è sviluppata considerando un dialogo attivo tra le diverse manifestazioni artistiche: la funzione di questa mostra è quella infatti di porre in risalto il fil rouge del gusto déco italiano, rilevando le necessarie intersezioni di stili e temi guida – come la danza, la maschera e la

piedistallo

spinta sintetica nella ricerca formale di animali esotici, ad esempio – che favorì quella ricerca orientata verso una maggiore struttura architettonica e geometrizzazione delle forme; nelle arti decorative l’attenzione al mondo naturale e alle asimmetrie giapponesi andarono sempre più attenuandosi, a favore di un atteggiamento certamente più leggero e sensuale, nel quale è possibile riconoscere evocazioni da stili diversi, dal neoclassicismo al rococò, alle cornucopie rinascimentali e, ancora una volta, alle iconografie delle maschere.

Accompagna l’esposizione un catalogo, a cura di Francesco Parisi, contenente i saggi del curatore e di Roberto Dulio (architettura), Stefano Andrea Poli (Arti decorative), Manuel Carrera (il ritratto Déco), Alessandro Botta (l’illustrazione) e Mario Finazzi (Futurismo e Déco). Ampio anche l’ apparato scientifico completo di schede critiche delle opere e biografie degli artisti nonché dalla bibliografia di riferimento.

Il Déco in Italia, l’eleganza della modernità  sarà visitabile sino al 10 aprile 2023. Orari: martedì-venerdì 10-18; sabato, domenica e festivi 10-19. Apertura serale festività natalizie: dal 26 dicembre all’8 gennaio 2023, tutti i giorni con prolungamento orario sino alle 20; sabato 31 dicembre chiusura alle 19 e domenica 1° gennaio 14- 20.