Varese – Floriano Bodini, scultore, incisore e medaglista è protagonista di Zivilcourage. Dal Realismo Esistenziale alla Nuova Figurazione. Gli Anni Cinquanta/Sessanta, un progetto di mostra, fino a gennaio in tre sedi espositive: Musei Civici del Castello di Masnago a Varese, museo Bodini a Gemonio e Palazzo Pirelli a Milano. Lo splendido bozzetto in bronzo di Bodini “I Sette di Gottinga”, al Castello di Masnago, è il fulcro del grande evento d’arte “diffuso”, che scaturisce dalla celebrazione del ventennale dell’inaugurazione del monumento omonimo per la piazza del Parlamento di Hannover. Nel 1837 sette docenti dell’Università di Gottinga attuarono una ferma protesta contro la violazione della Costituzione da parte del re Ernst August. La ribellione costò a tutti la revoca dell’incarico d’insegnamento e tre professori dovettero lasciare il Regno di Hannover. Per il grave scandalo che seguì l’atto dispotico del sovrano però, nel 1848 l’Assemblea di Francoforte venne convocata al fine di scrivere una nuova Costituzione e uno dei “Sette”, il professor Dahlmann, vi svolse un ruolo di rilievo. Floriano Bodini, allora vincitore su 26 progetti internazionali, ricostruisce la vicenda in un raccontare sublimato tra dramma storico e dramma del singolo. L’evento espositivo nasce da un progetto di Fabrizia Buzio Negri, che curò nel 1997 la mostra storica per la Galleria d’Arte Moderna di Gallarate “Guerreschi e il Realismo Esistenziale” e che scrisse nel 1998 la presentazione critica nella monografia “Zivilcourage” dedicata al monumento di Hannover per l’inaugurazione avvenuta il 20 marzo 1998.

Fabrizia Buzio Negri, che incontriamo al Castello di Masnago, ci spiega la mostra in questa sede: “Dal Realismo esistenziale alla nuova figurazione prende origine proprio perchè Floriano Bodini insieme a Giuseppe Guerreschi, Giuseppe Banchieri, Romagnoni, Tino Vaglieri, Mino Ceretti e Gianfranco Ferroni, attivi negli anni ’50 e ’60 all’Accademia di Brera a Milano e studenti di Aldo Carpi dà vita al Realismo Esistenziale, movimento profondamente influenzato dal ricordo della violenza e delle sofferenze della guerra. Il loro sguardo artistico è una forte denuncia della caduta morale nella società del tempo, senza più ideali, senza più certezze anche nel quotidiano. Le loro opere sono caratterizzate da timbri crudi e tematiche esacerbate: principalmente periferie, interni di desolazione, atmosfere di privazioni, personaggi segnati da sensi di sconfitta. Sono i tempi in cui si legge freneticamente Sartre, Camus e Kierkegaard, nel rifiuto degli autoritarismi e dei conformismi sociali e politici. Io ho pensato trasversalmente a questo momento di disagio intellettuale rapportandolo ai nostri giorni c’è quindi un’ideale connessione tra quei ragazzi che vivono il dopoguerra e questa nostra contemporaneità non facile. La mostra al Castello di Masnago presenta più di 50 opere di questi artisti, molto amate da loro e dalla sottoscritta perchè proprio parlano di questo momento problematico. Marco Valsecchi, che fu il loro primo critico conia nel 1956 il termine “realismo esistenziale” per identificare i protagonisti di quello che fu un movimento senza manifesti e proclami ma di cui è siginificativa la frase di Guerreschi che dice : “Ho bisogno di una pittura che mi comprometta come uomo in maniera totale.”

Il percorso della mostra presenta sul grande scalone due opere fondamentali: quella di Giuseppe Guerreschi “Ragazzo che corre”che sembra scappare dalla guerra con questo rosso sangue che invece sembra quasi inseguirlo è una sorta di proprio monumento al realismo esistenziale. Prima di entrare nella Sala principale abbiamo un’opera di Giansisto Gasparini, un po’ più anziano dei sette realisti, “Cane che ringhia” che anticipa la rabbia e il condizionamento umano molto forte del ’68. Poi si entra nella prima Sala, la più grande dove c’è anche un’opera di Bodini importante “Ragazza che si allaccia la calza” proprio del 1958 in pieno periodo esistenziale. Floriano Bodini era molto amico di Giuseppe Guerreschi che lo presentò alla prima mostra a Gallarate e alla Galleria Amici dell’Arte e questa sintonia li accompagna per tutta la vita. Nella seconda sala tutti questi protagonisti del Realismo Esistenziale virano verso la Nuova Figurazione dove la figura torna a essere codice di linguaggio per meglio comunicare un cruciale profondo bisogno di introspezione.Qui troviamo l’opera di Romagnoni, “Racconto” in cui si utilizza la tecnica del collage. È del 1964 anno che segna la fine dell’arco temporale del lavoro dei realisti esitenziali poiché la maggior parte di loro ottiene il diploma all’Accademia di Brera. Nel lungo corridioio e nelle sale successive troviamo Cassinari, Reggiani, Plescan, Scapaticci, Schiavocampo, Morlotti e Cazzaniga importantissimo con i suoi Jazz Man. E qui vorrei fare un piccolo aggancio al vivere di questi artisti un po’ precario ma con come punto di riferimento il Bar Giamaica a Brera dove ascoltavano il jazz di Intra e Gaslini e magari pagavano con un quadro perchè non avevano soldi. Inoltre vivevano e lavoravano insieme, dividendo gli stanzoni di un caseggiato di Corso Garibaldi, al numero 89, adesso in parte abbandonato”.

Cristina Pesaro

“Dal Realismo Esistenziale alla Nuova Figurazione. Gli Anni Cinquanta/Sessanta”

Musei Civici di Varese – Castello di Masnago – via Cola di Rienzo, 42

dal 6 ottobre 2018 al 12 gennaio 2019

orari  da martedì a domenica: 9.30-12.30 e 14-18   info: 0332 820409

“Zivilcourage”

Museo Civico Floriano Bodini – Gemonio – via Marsala, 11

dal 13 ottobre 2018 al 12 gennaio 2019  | INAUGURAZIONE: sabato 13 ottobre 2018 – ore 16.30

orari  sabato e domenica: 10.30-12.30 e 15-18   info@museobodini.it

“I Sette di Gottinga nella contemporaneità – Floriano Bodini maestro di Libertà”

Palazzo Pirelli – Spazio Eventi – Milano – via Fabio Filzi, 22

dal 6  al 28 novembre 2018  | INAUGURAZIONE: martedì 6 novembre – ore 18.30