Fabrizia Buzio NegriFabrizia Buzio Negri

Come promesso, il portale ritorna a riflettere sull'andamento di Malpensart 2007. Com'è giusto, a padiglioni chiusi e a primi bilanci da stilare. Interpellando i primi interessati, gli artisti presenti alla fiera, si riscontra una generale delusione rispetto alle attese e alle speranze. E sì che il pubblico non è mancato, ma l'afflusso e l'interesse reale ha più riguardato gli stand dell'arredamento.

Si è notato che, seppure bene allestita, la fiera artistica è rimasta estranea all'altra che la includeva (ArredoeCasa), non generando le sinergie ipotizzate. Come se i visitatori capitassero "per caso" nel corridoio a pannelli dove esponevano gli artisti. I quali, tuttavia, riconoscono che qualche contatto è nato, se non con potenziali acquirenti (davvero sporadici), con qualche gallerista e soprattutto fra loro, fra gli artisti stessi, sempre curiosi e bisognosi di confrontare le rispettive esperienze.

Ma è questo, l'incontro e lo scambio di idee, lo scopo di una manifestazione come Malpensart, che si definisce – un po' pretenziosamente – "mostra mercato d'arte moderna e contemporanea"? I più hanno lamentato dunque la dispersività della proposta, giustapposta alla fiera dell'arredo, ma non coordinata e bene integrata con la medesima.

Un'opera di R.E.M.I.D.A.Un'opera di R.E.M.I.D.A.

Un'altra critica piuttosto diffusa ha riguardato la pubblicazione, giudicata modesta e non all'altezza. A questo punto, con il cahier de doléance in tasca, abbiamo intervistato la responsabile della sezione artisti di Malpensart, Fabrizia Buzio Negri. La quale, com'era prevedibile, difende e rilancia la manifestazione.

Soddisfatta, dal suo punto di vista, dell'edizione di quest'anno?
Sì. Il bilancio è più positivo di quello della passata edizione. Il pubblico, pressoché uguale, anche la limitazione del traffico domenicale pare non aver inciso, e la collocazione dell'arte era più specifica.

Eppure gli artisti non sono proprio entusiasti…
A me si sono detti contenti, hanno avuto contatti, anche con le gallerie. Sul fatto delle vendite, poi, gli artisti non sono sempre attendibili.

Erano pochi i varesini: come mai?
I varesini sono difficili e diffidenti, si sa. Mi sono orientata maggiormente su un gruppo di artisti dell'Alto Milanese, piuttosto motivati, con cui stiamo portando avanti un bel discorso.

Le gallerie erano poche…
Indubbiamente, rispetto alla passata edizione. Ma c'era concomitante la fiera di Genova, eppure c'erano gallerie importanti, che esponevano nomi del calibro di Rotella (scelta molto abile), Fontana, Morlotti.

Lo spazio di MalpensartLo spazio di Malpensart

Come comparare e giustificare i nomi e i valori che ha appena fatto accanto agli artisti da lei selezionati? Non vi è troppa disparità?
Ma, sono due discorsi diversi, che possono convivere. Io porto gli artisti espressione del territorio, naturalmente su livelli ben altri dai grandi nomi che si sono fatti. La manifestazione di Busto può accogliere gli uni e gli altri, nell'arte e nel mercato c'è spazio per entrambi.

Alcuni artisti si sono lamentati della modestia del catalogo…
Sì, effettivamente si è fatta una scelta più agile rispetto al "libro" della precedente edizione (eccessivo). Ma, almeno, tutti i visitatori hanno potuto averlo e sfogliarlo.

Malpensart ha ancora un futuro?
Certo, e ci stiamo già orientando. Si vorrebbe rilanciarla come manifestazione a sè stante. Da parte mia, confermo la scelta del doppio binario (artisti e gallerie), che rispetta la varietà del mondo dell'arte. Ora sta all'ente a decidere, se rilanciare la fiera d'arte di Busto una volta per tutte, tenendo presente la concorrenza e il bacino di riferimento.