Una delle opere in mostraUna delle opere in mostra

Per anni lo abbiamo incontrato e, letteralmente, seguito a Crosio della Valle, a Castiglione Olona, a Laveno Mombello, a Somma Lombardo, ad Arcumeggia e ora a Varese.
Ci siamo messi sulle tracce ironiche e disincantate delle sue tavole litografiche, sulle tracce delle molteplici fonti letterarie ricordate, citate e rivisitate.
Da sempre, Paul Scharff "colloquia" con i grandi della letteratura, da Kafka, Poe a Cervantes, Borges, fino ad arrivare a Leonardo da Vinci.

Ben al di là di una pura e semplice passiva illustrazione, Paul Scharff diffonde a piene mani, come in una lauta semina, il proprio talento, la cultura, la grande forza inventiva, le umili lezioni e la ricca esperienza messe al servizio dei giovani studenti del Liceo Frattini di Varese, dove lo incontriamo.

Olandese, classe 1928, dagli anni '50 Paul Scharff è attivo in Italia (vive e opera a Cittiglio), in provincia di Varese come illustratore per editori quali Mondadori, Fabbri, Il Saggiatore, De Agostini, Minerva Italica, caratterizzando libri narrativi e scolastici con un segno originale, realistico e visionario insieme, di schietta matrice nordica.

Ha frequentato la scuola privata d'arte di Amsterdam e l'Accademia di Belle Arti a Bandung, in Indonesia. A proposito di pedagogia, ha scritto un libro per ragazzi in forma narrativa sul gioco degli scacchi (1996). La sua creatività si esprime nel corso dei decenni attraverso differenti mezzi di comunicazione grafico-pittorica:

Una delle opere in mostraUna delle opere in mostra

dall'illustrazione di racconti alla creazione di poster e loghi (uno per tutti, quello dell'Università dell'Insubria di Varese e Como), alla realizzazione di vignette umoristiche dall'impeccabile tratto grafico che gli sono valsi molti riconoscimenti importanti.

Il mestiere insegnato attraverso la parola, il gesto e la presenza è quello dell'incisore: "Ancora oggi – racconta Paul Scharff – incido personalmente le lastre, stendo gli inchiostri colorati ed eseguo l'imprimitura con l'ausilio di un grande torchio di inizio '900, il tutto con tecnica incisoria e precisione d'altri tempi".

"…Può nascere l'equivoco che lo si consideri illustratore: che sarebbe vistosamente riduttivo, se è vero che Scharff si chiama a far prova di sé su presupposti sempre autorevolmente artistici, ossia autonomamente creativi, tali da predisporre un mondo inventivo tutto personale. È un mondo che si configura come una grande metafora della condizione umana, mediante l'ironica ma non impietosa costruzione di un bestiario immaginario, e tuttavia non irreale, che può farsi specchio deformato e dolente di un campionario paradigmatico di distorte virtù umane. È una operazione di alto livello etico, oltre che profondamente colto, emergendo da radicate conoscenze letterarie e filosofiche; ed è operazione supportata da qualità grafiche ineccepibili, oltre che di riconoscibile segno. Siamo così allo Scharff litografo, si vuol dire autore di tavole litografiche da definirsi d'altri tempi, e viene da dire (cedendo al divertimento verbale) proprio del tempo della pietra, di quando cioè l'incisione avveniva su una lastra di pietra". Così scrive di lui Giuseppe Rosato.