Milano – Forma e idealità conferiscono a “Igloos” ferrea circolarità estetica e espositiva.
Lo straordinario viaggio creativo compiuto da Mario Merz (Milano 1925-2003) stupisce per la coerenza della ricerca e per la fertilità creativa.
Realizzata in collaborazione con la Fondazione Merz e curata da Vicente Todoli, la mostra in corso presso gli spazi di Pirelli Hangar Bicocca presenta oltre trenta igloo di differenti dimensioni e materiali osservando un ordine cronologico che dal 1968 arriva al 2003:
Ad aprire il percorso espositivo è “La goccia d’acqua”(1987) considerato il più grande igloo mai realizzato per un contesto museale, al quale per identiche dimensioni fa da controcanto “Sena titolo” (doppio igloo di Porto) del 1998, caratterizzato dalla presenza di un cervo sulla sommità dell’opera. Negli oltre quarant’anni che hanno contraddistinto la ricerca di Merz, le forme degli igloo hanno assunto differenti modulazioni dettate ogni volta dall’utilizzo di elementi di eterogenea natura.
Ogni distinto lavoro, se pur caratterizzato da similitudini formali, pone l’accento sulla metafora di luogo come spazio abitabile dall’uomo, non a caso in alcune opere compaiono oggetti strettamente legati all’uso quotidiano.
Nato a Milano, Mario Merz si forma culturalmente a Torino dove intraprende gli studi di medicina che lascia nel 1945 per aderire al gruppo antifascista Giustizia e Libertà.
A causa di tale scelta viene incarcerato.
Terminata la detenzione prosegue la sua ricerca artistica come autodidatta.
La prima personale è nel 1954 presso la galleria La Bussola a Torino.
Agli inizi degli anni ’60 sperimenta le “strutture aggettanti” composte da tele dalle quali fuoriescono sagome a forma di cubo e piramide..
Nel corso dello stesso decennio incontra Germano Celant ideatore di “Arte povera”;del gruppo faranno parte tra gli altri, Alighiero Boetti, Pino Pascali, Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio, con punto di riferimento la storica galleria torinese di Gian Enzo Sperone.
Da quegli anni in poi l’arte di Merz assumerà levatura internazionale.
Posti in armonica successione negli spazi delle navate dell’Hangar, gli “Igloos” vedono accostati ai differenti materiali anche la presenza della parola sia scritta a mano, sia elaborata coi neon, a definire una evocativa poetica del verbo e con essa l’idea di cadenza narrativa compresa tra il contemporaneo e l’arcaico.

Mario Merz – “Igloos” – Milano, Pirelli Hangar Bicocca, Via Chiese 2. Fino al 24 febbraio. Orario: giovedì-domenica 10-22

 

Mauro Bianchini