Da alcuni anni, per la ricorrenza del XXV Aprile la giunta del Comune di Castelletto Sopra Ticino, propone, nel contesto della cerimonia commemorativa, una mostra di documenti e oggetti riguardanti il periodo della Resistenza, uniti a fotografie scattate dagli stessi partigiani, invitando un artista a confrontarsi attraverso le sue opere con quel passato storico.

Ad Azelio Corni è stato chiesto, dai curatori Cristina Moregola e Matteo Rancan, di creare opere originali sul tema "Rifugi. Visioni dell'abitare quotidiano", per una mostra organizzata in collaborazione con l'Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea nel Novarese e nel Verbano – Cusio-Ossola Piero Fornara e con L'A.N.P.I. di Castelletto Sopra Ticino.

Nelle opere di Azelio Corni si legge la sospensione temporale della sosta, quasi si avverte la sommessa regolarità del respiro di chi, costretto in ripari di fortuna nel tentativo di sfuggire alla repressione nazi- fascista, cerca di stabilire un rapporto di quiete fra se stesso e i ritmi della natura che lo circonda.
Azelio Corni eleva a simboli luoghi della sosta e del riparo.
Le pause diventano stacchi temporali nei quali si ritorna con il ricordo alla vita passata, in attesa di azioni future atte a modificare l'attualità del vivere, da altri imposto.

I "Rifugi" di quegli uomini in cammino dalla dittatura alla democrazia sono tradotti da Corni, in opere d'arte; alcune di grande formato dal maestoso impatto visivo, come nel lavoro sulla parete d'ingresso della sala espositiva, dove appare un rifugio stilizzato dai contorni appena visibili, nella cui massa si distingue appena un pertugio d'ingresso, il tutto mimetizzato dalle modularità tonali di contorno.

Diversamente, in altre opere, sempre di grande formato, eseguite su panni di feltro, lo sguardo dell'artista, in campi lunghissimi, sovrasta il mondo sottostante.

Vi è un'opera in cui, l'immanenza della natura è resa da continue fluttuazioni tonali di verde, distinte da una pietraia composta da infinitesimi segni che, come una costellazione terrena, pare proteggere la minuscola tenda ai bordi di quel mondo silenzioso tanto da riuscire ad udire le emozioni espresse da Beppe Fenoglio ne "Il Partigiano Johnny": "Erano di fronte ad una radura, con l'ultimo streghesco gioco di luce ed ombra, ed assolutamente esente da quella vita bruente e cigolante

di ogni altro punto del bosco".

Al fine di stabilire un intimo afflato con le fotografie originali scattate dai partigiani, Corni ha realizzato una serie di disegni su carta eseguiti con ossidi, fuliggine e lacca, dove le architetture dei rifugi, stilizzate all'estremo, esprimono, nel loro tonale pulsare, la lirica provvisorietà della sosta, la tensione di un unico sentire: quello della libertà… di tutti.

Ad Azelio Corni, abbiamo rivolto alcune domande durante l'inaugurazione della mostra.
"Come hai vissuto l'esperienza di lavorare su un tema proposto dai curatori?"

"All'inizio è stato un limite, anche se parte del mio lavoro era rivolto alla copertura e al riparo, se pure inteso in modo molto concettuale. Per questa occasione ho dovuto ridimensionare il tutto e sono passato, nei disegni, all'idea di territorio con piccoli segni che stavano ad indicare il rifugio, mentre nei lavori più grandi la forma geometrica è quasi scultorea, anche se non ha volumi. Tuttavia, ho voluto uniformare fondo e forma proprio per stringare pittoricamente il tutto, lasciando un po' di luce sulla parte finale, dando più possibilità di lettura".

"In alcune opere appaiono tracce di cucitura".
"Le parti cucite per me diventano pittura. Se vogliamo entrare nel concetto del tema, la cucitura richiama la tenda rabberciata in poco tempo da parte di chi doveva nascondersi. Oltre a ciò, per me la cucitura è un segno; se lo avessi fatto con il pennello e con il colore sarebbe diventata una forzatura".

"In mostra compaiono opere di grande formato e disegni, quali le differenze e le consonanze?"
"I disegni sono quasi un momento di riflessione, sono autonomi dagli altri lavori sui quali ho operato senza timori mentre per i primi è stato costante il timore di fare il disegnino e la sfida era quella di non cadere nell'illustrazione. Per questo ho utilizzato anche elementi materici, evitando questo rischio".

Azelio Corni – "Rifugi. Visioni dell'abitare partigiano"
Castelletto Sopra Ticino (NO)
Sala Polivalente A Calletti, Via Gramsci 2
Fino al 25 maggio
Orari: giovedì dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 18.00
venerdì dalle 9.30 alle 13.00
sabato dalle 9.30 alle 13.30