Stazioni preistoriche del varesottoStazioni preistoriche del varesotto

La nostra storia comincia quasi trenta anni fa nel 1982, quando ricerche di superficie nella zona della cascina di Pizzo di Bodio portarono alla scoperta di un abitato risalente alla Preistoria, che copre un arco cronologico molto ampio, dal Neolitico all'Età del Rame.

I precedenti – Ma la nostra storia può fare ancora un ulteriore salto indietro, di soli cento anni, all'Ottocento. In quel tempo spesso rinvenimenti sporadici nella zona del Varesotto, soprattutto in prossimità dei laghi, lasciavano supporre la presenza di antichi insediamenti.
Gli storici locali ricordano che nel 1881, ad esempio, proprio in zona di Pizzo di Bodio si videro pali lignei, sul fondo del lago.

Gli scavi archeologici – Fra il 1984 e il 1995 si sono svolti gli scavi archeologici, sotto la guida del Museo Archeologico di Villa Mirabello. Gli scavi hanno evidenziato dati di grandissima importanza per la Preistoria dell'ambito varesino. In primo luogo hanno permesso di stimare l'ampiezza dell'abitato, intorno ai tremila metri quadrati. La sovrapposizione degli strati è molto simile a quella riscontrata nell'Isolino Virginia e copre, come si è detto, un quadro cronologico ampio, dal VI millennio a.C.

Vicino all'acqua… anche troppo – L'abitato si sviluppò a circa 70 metri dalla riva attuale, compreso fra il monte Pizzo e il lago stesso. Posizione ottimale, protezione assicurata, da una parte l'acqua e dall'altra l'altura. L'analisi della zona meridionale dell'abitato ha permesso di scoprire una delle più antiche inondazioni del lago. Le sue acque avrebbero invaso la terraferma e vi sarebbero rimaste per molto tempo.

Vita quotidiana – I ritrovamenti di Pizzo di Bodio

Pizzo di Bodio, stratigrafiaPizzo di Bodio, stratigrafia

raccontano la vita di tutti i giorni di antichi uomini. Un focolare, ma anche una casa: di forma rettangolare, presentava pavimento in argilla e intorno era circondata da un acciottolato. Tracce di quotidianità, così come l'attestazione del farro, che ricorda una delle attività primarie dell'epoca, l'agricoltura.

Gli uomini – I resti ossei ci dicono qualcosa di più di questi primissimi varesini. Nell'area sud dell'abitato si sono rinvenuti un omero, l'osso del braccio, in associazione a un frammento di vaso decorato e l'astragalo, osso dell'articolazione della caviglia. Si trattava probabilmente di una sepoltura, che l'intervento delle acque nel tempo ha poco per volta asportato: vi trovava posto un uomo adulto, vissuto fra il 5000 e il 4900 a.C.

Flora e fauna. Ma come era il paesaggio in quei tempi? E che animali vi vivevano? Coesistevano in poche centinaia di metri ben tre diverse fasce di vegetazione: boschi di abeti bianchi, querce e olmi, seguiti da zone ad aceri, frassini, noccioli. Infine c'erano le piante tipiche della riva, come salici, pioppi e ontani. Animale adatto all'habitat lacustre e umido, ricco di legname, è il castoro, presente all'Isolino Virginio: e gli scavi a Pizzo di Bodio ne hanno confermato la presenza.

Uomini, piante, animali – Ancora una volta la ricerca archeologica si rivela un fondamentale punto di partenza per ricostruire ambienti umani e non. Questo di Pizzo di Bodio è uno dei tanti insediamenti preistorici del varesino: primo fra tutti l'isolino Virginia, patrimonio UNESCO; ma anche la Lagozza di Besnate e le palafitte di Monate, di Brebbia. Tanti siti che fanno dell'area varesina, per il periodo preistorico, un punto di passaggio fra Piemonte-Liguria e area padano-alpina.