Silvio Spaventa Filippi - da internetSilvio Spaventa Filippi – da internet

Avigliano, L'Aquila e Milano. Tre città che hanno ospitato e visto crescere Silvio Spaventa Filippi. Amante della lettura, della scrittura e creatore di una rivista per bambini che ha riscosso un grandissimo successo.
Nel centenario della fondazione del Corriere dei Piccoli, Varese (Sala Veratti, dal 16 gennaio) e Milano ricordano lo storico direttore, noi abbiamo ricostruito la sua storia nel ricordo e nelle parole della nipote Silvia

La vita di Silvio Spaventa Filippi è legata ai luoghi in cui a vissuto, da dove comincia il suo 'viaggio'?
"Mio nonno è nato ad Avigliano in provincia di Potenza nel 1871, ma visse lì per poco tempo perchè perse i genitori molto presto. Nonostante la breve permanenza, la città natale fu per lui un luogo molto importante. Per tutta la vita Avigliano ebbe un posto d'onore nel suo cuore anche se non vi ritornò mai".

E dopo Avigliano dove si trasferì?
"Ancora bambino si trasferì all'Aquila dove ricevette la sua prima educazione dall'arcivescovo Luigi Spaventa – che prolungò il cognome di mio nonno, in origine si chiamava solo Silvio Filippi – in questa città compie gli studi classici e inizia la collaborazione con diversi periodici. Inizia anche la sua attività di saggista. Si è sempre occupato di più cose contemporaneamente, ha sempre coltivato con ardore il suo amore per la lettura. Fu un lettore accanito. Tradusse moltissimo, tutto Dickens, ma non solo, si dedicò ad esempio anche alle favole, ma questo avvenne dopo. A L'Aquila scrisse il suo primo romanzo 'Intorno a se stesso', era il 1896 e pubblicò anche una raccolta di conferenze".

Una pagina del Corriere dei PiccoliUna pagina del Corriere dei Piccoli

Si tratta di un'opera autobiografica?
"Sì. Ricorda la tipologia del viaggio di De Maistre, che fu tra l'altro uno degli autori che mio nonno amò di più. Affascinato da queste storie di famiglie che si svolgevano attorno alle periferie, dove degli eventi normali si trasformano in situazioni eccezionali. Mio nonno ha parlato spesso degli uomini, della visione dell'essere umano nella sua interezza, fatta di una grande miscela di sentimenti".

Poi si trasferì a  Milano e lì inizia l'esperienza del Corriere dei Piccoli?
"Sì, nel frattempo si sposò e poi si trasferì a Milano dove rimase fino alla morte nel 1932. Lì ebbe i tre figli, tra cui mio padre, Leo. Sì sposò con una sua allieva molto più giovane di lui. Nel 1908 fondò il Corriere dei Piccoli".

Quali erano le particolarità di questo giornale?

"L'aspetto pedagogico. Mio nonno instaurò dei rapporti particolari con i suoi collaboratori, curò personalmente la scelta di ognuno di loro. Era un giornale che affrontava il problema educativo, era concepito apposta per i bambini dando particolare attenzione all'aspetto pedagogico. Dava particolare valore anche alle immagini e alle illustrazioni e decise, ad esempio, di sostituire la classica nuvolette che compare nei fumetti con l'ottonario, frasi in rima che stimolano di più la fantasia infantile. Il Corriere dei Piccoli ebbe subito un grandissimo successo sia tra il pubblico comune che tra i letterati".

A Milano Silvio incontra personaggi importanti, quali sono i legami che nascono in quel periodo?
"Sono molti, si trattava di un ambiente molto florido e diversi erano i personaggi che ha incontrato e che con lui hanno creato un vero e peroprio caffè letterario. Da Umberto Notari, ad Alda Negri a Sergio Tofano e a Carlo Bisi. Con loro c'era proprio un rapporto d'amicizia, oltre che professionale. Ad esempio Carlo Bisi, illustratore per il Corriere dei Piccoli e pittore, ogni domenica andava a trovare mio nonno e lo faceva posare per fargli un ritratto. Sul Corrire dei piccoli si alternarono poi firme firme illustri della letteratura: Dino Buzzati, Guido Gozzano, Grazia Deledda, Elsa Morante e altri ancora".

La Rotonda della BesanaLa Rotonda della Besana

Com'era il rapporto di Silvio con l'arte figurativa?
"Apprezzava l'arte, ma non quanto la lettura e la scrittura. Quando mio padre, Leo, gli disse che voleva fare il pittore rimase stupito ma non l'ostacolò, anzi capì il suo talento che si manifestò già nelle prime opere. Era ben lieto della strada che aveva deciso di intraprendere".

Cosa troveremo nelle due mostre che apriranno a Varese e a Milano?
"Quella di Varese è un omaggio a mio nonno, ci saranno opere di diversi artisti. A Milano, alla Rotonda della Besana verrà proprio ricostruita la sua storia, legata in particolare all'attività del Corriere dei Piccoli, ci saranno i diversi numeri della rivista, documenti importanti e anche uno dei ritratti di Bisi. Credo che sarà il modo per approfondire la figura di mio nonno, un omaggio che mi fa davvero piacere".