Lamina di cavaliereLamina di cavaliere

Nelle pubblicazioni precedenti, Artevarese ha raccontato la storia di Stabio, così come emerge dagli scavi archeologici, relativi all'epoca protostorica e romana. Ma il territorio svizzero riserva altrettante sorprese relativamente all'epoca altomedievale. In quell'epoca il Canton Ticino si trovava sotto la dominazione longobarda, in un punto di confine con il regno dei Franchi.

Ancora una volta, le sepolture con i loro corredi sono la fonte più precisa per la ricostruzione storica. Già nei primi decenni del XIX secolo emersero da scavi non scientifici oggetti preziosi, simbolo di una aristocrazia longobarda presente nel territorio. Fra questi si segnala un orecchino in oro, detto a cestello, per via della decorazione, tipologia diffusa in tutta Italia; oppure una crocetta in lamina d'oro, decorata a sbalzo, applicata sul sudario

Orecchino a cestelloOrecchino a cestello

che copriva il defunto. Famose le guarnizioni di scudo da parata, placche in bronzo dorato, fra cui ricordiamo due cavalieri e due cani.

Ma senza dubbio il più importante ritrovamento degli ultimi anni è la sepoltura di nobile longobardo emersa nel 1999, in località Barico, in un contesto totale di sei tombe. Le prime analisi, cioè le radiografie effettuate in fase di scavo, hanno permesso di constatare che la sepoltura, formata da lastroni come quelle di Arsago Seprio, conteneva armi ed elementi di cintura. Il corredo è stato prelevato ancora immerso nella terra e solo poi in laboratorio è stato effettuato un microscavo contemporaneamente al consolidamento degli oggetti.

Sebbene non si sia conservato lo scheletro del defunto, il corredo lascia ipotizzare che si trattasse di un uomo, un guerriero, appartenente ad una importante classe sociale. Era stato sepolto con tutta la sua armatura, che comprendeva la spatha, cioè la spada lunga a doppio taglio, lo scramasax, cioè la spada corta a un taglio, lancia e scudo. La lunga spada era infilata in un fodero,

Elementi della cintura a tracollaElementi della cintura a tracolla

costituito da lamelle di corteccia di legno di ontano, mentre le pareti interne erano ricoperte da vello di pecora o di capra.

La spada corta pendeva, nella vita quotidiana, da una cintura portata a tracolla, costituita da una fascia di cuoio decorata da fibbie e guarnizioni in ferro. Nella sepoltura di Stabio, al momento della inumazione del defunto, la cintura venne avvolta intorno alla impugnatura della spada. Pochissimi resti si conservano invece del fodero dello scramasax. Lo scudo era stato collocato al fianco sinistro, all'altezza delle ginocchia: in legno di pioppo rivestito di cuoio, è conservato in pochissime tracce, al contrario dell'umbone in ferro, la parte più resistente.

In un'estremità della tomba è stato ritrovato uno sperone in ferro, non decorato, che conferma l'identità del defunto come cavaliere, ma non sono emersi i resti dei finimenti del cavallo. Scarsi si conservano frammenti di tessuto, ancora in fase di studio. Non solo elementi dell'armatura, ma anche oggetti di vita quotidiana, come un paio di cesoie, resti di un pettine in osso, frammenti di legno forse pertinenti a un piccolo scrigno. E per finire un frammento minuscolo di croce in lamina d'oro, piccolo sì, ma causa di grande dibattito fra gli studiosi: come mai solo un frammento e non la croce intera?scelto come amuleto o forse per il valore intrinseco del metallo?