Dante IsellaDante Isella

Così in pace – "Quel quel cielo di Lombardia, così bello quando è bello, così splendido, così in pace", non è mancata, non poteva mancare, la citazione manzoniana che stringe il cuore e costringe a guardare in alto. Anche oggi è così, il cielo, splendido e in pace, cielo dicembrino, spazzato da quel po' di vento. E c'è un un tanto di freddo ma non troppo nel giorno del saluto a Dante Isella. E' Giovanni Agosti, il giovane professore di storia dell'arte, pallido, cresciuto della stessa materia e degli stessi amori di Isella, amori locali, viscerali, lombardi, a presentarsi al microfono e rinnovarne il ricordo attraverso il racconto di un momento esemplare della loro amicizia quasi da padre e figlio e da figlio a padre, di sangue e di lettere.

Orizzonte umano – Prima e dopo, una cerimonia funebre sobria anche nella presenza del rito cristiano. La benedizione di Monsignor Glberto Donnini, ma non lo spezzare del pane, secondo le sue volontà, per lo scienziato della parola, per l'intelligenza laica, profondamente laica che ha messo se stesso e il suo operare al servizio degli altri uomini in un orizzonte e traiettorie umane, ma nel rispetto di valori universalmente riconoscibili. Conscio di una missione di integralmente civile. Disponibile ma non facile, integro ma non sordo, inflessibile ma non così tanto da non disporsi all'ascolto di quanto muoveva al di fuori del suo perimetro d'elezione. In questo senso secondo Monsignor Donnini "pervaso da un impegno profondamente cristiano".

Ultima pagina – Della Varese che si è raccolta per l'ultimo saluto tanti erano gli amici, di antica data e più recenti, il sindaco, il prefetto, il gonfalone civico nel segno del rispetto. E le personalità da Milano da fuori, l'architetto Botta, gli attori Piero Mazzarella, Anna Nogara, poeti, scrittori e le figlie di Vittorio Sereni. E un libraio di Varese, lo storico libraio di Varese venuto anche lui a rendere l'estremo omaggio al filologo. Nel momento in cui si perde anche l'ultima storica 'bottega del libro' in città, si saluta il più grande cultore di materia letteraria della polis. Tristezza su tristezza, rimpianto che si aggiunge a rimpianto.