Ebbene sì dopo il periodo del lockdown e mesi di incertezza ai Musei Civici di Varese, si riparte alla grande con “Nel salotto del collezionista. Arte e mecenatismo tra Otto e Novecento” che comprende grandi capolavori che fanno parte della collezione cittadina stessa ma anche del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica di Milano, del Museo Poldi Pezzoli di Milano, della Casa Museo Lodovico Pogliaghi al Sacro Monte di Varese, della Museo della Società Gallaratese per gli Studi Patri di Gallarate e della Collezione della Fondazione Cariplo. Quest’ultima ha anche promosso la mostra insieme alla Fondazione Comunitaria del Varesotto e al Comune di Varese.

Spirito imprenditoriale, lungimirante mecenatismo e profonda visione filantropica dell’alta borghesia dell’epoca sono le parole chiave di questa esposizione che è viva testimonianza di un impegno collettivo a favore della cultura e della più ampia valorizzazione del patrimonio locale di competenze, eccellenze e tradizioni.

Varese e il suo territorio tra fine Ottocento e inizio Novecento– come sottolinea il curatore Sergio Reboraha avuto uno straordinario sviluppo economico, sociale e culturale. Tale sviluppo ha fatto leva sulla spiccata vocazione all’attività artigianale e manifatturiera legata ai Ponti, i Borghi e i Cantoni di Gallarate, i Turati e i Crespi di Busto Arsizio. Gli esponenti di queste famiglie operarono da protagonisti a Milano, dove nel 1823 fu fondata la Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde.

Imprenditori e commercianti diedero così vita a tante collezioni d’arte, grandi e piccole, concentrate sull’Ottocento o sul contemporaneo ma anche allargate alle arti decorative, all’archeologia, ai reperti naturalistici, alla fotografia: alcune di esse sono state disperse, altre sono state consegnate alla collettività mediante donazioni e lasciti testamentari alle istituzioni pubbliche e così sono nati e cresciuti i musei e le case–museo organizzate dal collezionista stesso”.

L’allestimento della mostra riunisce le opere delle collezioni originali e riflette sulla vita dei mecenati che le composero. Per quanto riguarda i Musei civici di Varese sono presenti importantissimi dipinti, giunti prima da esponenti della borghesia locale come il notaio Giuseppe Bonazzola o Amelia Bolchini, moglie dell’imprenditore edile Luigi De Grandi, poi per il tramite di Silvano Colombo, già direttore dei musei e ora personaggio di spicco della cultura varesina. Basti nominare la Tamar di Giuda di Hayez proveniente dalla collezione Sai Vita, la Bambina coi fiori di Giacomo Balla dei Bolchini – De Grandi, del lascito del medico Luigi Villa comprendente opere di Daniele Ranzoni e Tranquillo Cremona e di quello di Jeanne Brambilla con Pellizza da Volpedo.

Senza dimenticare le meravigliose sculture di Lodovico Pogliaghi che arrivano dalla sua omonima Casa-Museo al Sacro Monte, così come la collezione costituita da Guido Rossi- imprenditore tessile originario di Gallarate che arricchisce il Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano ed è qui presente con la splendida Processione di Giuseppe Pellizza da Volpedo o quella di Alessandro Maino, altro industriale gallaratese di cui è esposto il tondo di Adolfo Wildt dalla Società Gallaratese per gli Studi Patri.

Lucia Molino di Fondazione Cariplo prosegue: “Nata da una visione filantropica della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, non dal gusto di un collezionista, questa raccolta d’arte, certo non unitaria nella sua fisionomia, esprime, con la sua ricchezza e varietà, la sintesi di visioni e valori di un’epoca. La Collezione fu avviata nel primo dopoguerra, in occasione del primo centenario (1923) della Cassa di Risparmio. Il merito fu del presidente Cesare Sarfatti. E così, la Banca procedette con i primi acquisti di opere d’arte, dipinti e sculture di autori contemporanei esposti alle molteplici rassegne d’arte milanesi, come la Madre di Giuseppe Montanari, con l’obiettivo di promuovere e incoraggiare il lavoro degli artisti operanti sul territorio lombardo, specialmente i giovani.

In seguito venne seguita l’impronta novecentista di Margherita Sarfatti con l’acquisizione della Danza delle ore di Gaetano Previati, uno dei capolavori della collezione.

Negli anni ’90 del secolo scorso si assiste alla nascita delle fondazioni di origine bancaria e con essa della Fondazione Cariplo la quale eredita la collezione nata nel 1923 dalla Cassa di Risparmio, avvia un’attenta attività di conservazione, valorizzazione e la incrementa a mezzo di acquisizioni (Non potendo aspettare o La lettera di Telemaco Signorini). Questo importante patrimonio artistico è principalmente custodito presso le sedi milanesi di Palazzo Melzi d’Eril, sede di Fondazione Cariplo, Palazzo Confalonieri, sede del Centro Congressi Cariplo e il santuario di San Giuseppe.

Cristina Pesaro

NEL SALOTTO DEL COLLEZIONISTA. ARTE E MECENATISMO TRA OTTO E NOVECENTO – INFORMAZIONI GENERALI

SEDE
Castello di Masnago, Musei Civici di Varese
Via Monguelfo (Ingresso Parco)

Parcheggi:
Via Monguelfo (ingresso parco)
Villa Baragiola ingresso di via Borghi; Stadio

QUANDO
Dal 3 ottobre 2020 al 31 gennaio 2021

INGRESSO GRATUITO

ORARI
Da martedì a domenica ore 9.30 – 12.30 / 14-18

Catalogo Silvana editoriale, Cinisello Balsamo (MI)

VISITE GUIDATE
Visite guidate per scuole e gruppi su prenotazione con “Archeologistics”, da contattare ai seguenti recapiti: telefono 39 328.8377206; mail:info@archeologistics.it

INFORMAZIONI
Castello di Masnago
Tel.: 0332.820409
Fondazione Comunitaria del Varesotto
Tel.: 0332 287721
Mail: mostra@fondazionevaresotto.it