Il tema del cantiere sforzesco al Santuario di Santa Maria del Monte è argomento che di recente gode di una certa fortuna. Basti pensare alla giornata di studio dal titolo "Opere insigni, e per la divotione e per il lavoro. Tre sculture lignee del Maestro di Trognano al Castello Sforzesco" svoltasi al Castello  Sforzesco due anni fa, in cui la storica dell'arte varesina Raffaella Ganna, presentò la sua relazione incentrata  su una revisione critica e alcuni fatti inediti intorno proprio alla fabbrica sforzesca e all'altare maggiore del Santuario.

O, in tempi appena più recenti l'ottima mostra, sempre allo Sforzesco, Maestri della scultura in legno nel ducato degli Sforza. Anche in quella occasione, l'altare maggiore del Santuario dedicato alla Vergine Nera, aveva un ruolo ruolo ben definito nel piano "dell'opera". Dell'altare e di ciò che vi si andava intorno elaborando torna a parlare anche Luigi Zanzi, martedì 13 febbraio, alle 18.30, al Caffè Zamberletti di Via Manzoni, nell'ambito di una serie di incontri dedicati alla storia e all'arte varesina.

Sacro Monte, Mantegna, e il Maestro di Trognano. Saranno queste le direttrici di fondo dell'orazione del professore che, scaduto l'anno delle celebrazioni di uno dei capiscuola del Rinascimento padano – il Mantegna nacque a Padova e operò a lungo nel triangolo Mantova, Verona e la stessa Padova – ha voluto ricordare che sotto gli Sforza anche in cima al Sacro Monte influssi della sua arte vennero avvertiti, pur senza la sua presenza diretta.

Il tutto grazie all'opera di un altro maestro dell'epoca, di un intagliatore, tra i maggiori della Scuola Lombarda, quel Maestro di Trognano – così chiamato per via di una natività un tempo collocata a Trognano in zona pavese – cui il duca Sforza commissionò quattro pannelli lignei di cui almeno uno, la "Flagellazione della colonna" sicuramente derivante per filiazione diretta da un incisione mantegnesca.

I quattro pannelli esistono ancora:  la "Flagellazione" e la "Crocefissione di Cristo" son adesso conservati, e sottratti agli sguardi, presso il Monastero delle Romite. La "Salita al Calvario" e la "Deposizione" sono invece conservati, fin dal XVIII secolo al Castello Sforzesco di Milano.

I pannelli del Maestro di Trognano sono databili intorno alla fine dell'ottavo decennio del XV secolo e furono collocati al tempo della loro realizzazione proprio ai lati dell'altare maggiore all'interno del Santuario.