Sgarbi e il sindaco FontanaSgarbi e il sindaco Fontana

Arriva o non arriva? – Si è sentito in dovere di visitarla, la mostra da lui curata. La sua 'fuga' a Milano, mercoledì sera aveva lasciato delusione e un  po' di amaro in bocca. Tornerò domenica, aveva promesso, alla figlia dello scultore Carla Tavernari, a Bambi Lazzati, organizzatrice del colpaccio, al sindaco che avrebbe voluto la sua consulenza di esperto e ai tanti che lo cercavano. Così è stato. Il critico è arrivato con più di due ore di ritardo, sfiancando la resistenza dei meno volenterosi. Tra questi non c'era il sindaco Atttilio Fontana, sceso apposta da Venezia, dove aveva concluso il  tradizionale appuntamento di partito.  

L'invito scenograficoVittorio Sgarbi si è subito complimentato per lo scenografico 'invito' alla mostra, voluto da Paolo Zanzi: una gigantografia di una immagine scattata nel 1969 al Pac di Milano durante una antologica dedicata allo scultore. Particolarmente incuriosito dall'ingresso dello spazio espositivo, chiede informazioni sul portone decorato e sugli arredi. A rispondere prontamente è Emilio Ghiggini, proprietario della storica galleria varesina, affiancato dalla figlia Eileen, studentessa di storia dell'arte.

Il critico e Carla Tavernari abbracciatiIl critico e Carla Tavernari abbracciati

Attratto dalla materia – A presentare la mostra al critico milanese è la figlia dello scultore, Carla Tavernari, che guida l'assessore tra le opere raccontandone storie e aneddoti. Si soffermano sulle due sculture lignee, una delle quali è di proprietà del critico. Sgarbi ne sottolinea immediatamente la somiglianza stilistica. Il critico tocca e muove tutte le opere attratto dalla materia, quasi a ricercare il gesto originale dell'artista. I complimenti non mancano anche all'allestimento e in particolare alla gigantografia fotografica di una delle opere grafiche di Tavernari eseguita dallo stesso Zanzi, presente in galleria. La visita è piuttosto veloce, scorrendo tra i pezzi esposti e arrivando allo splendido balcone che dà sulla piazzetta Albuzzi.

La commozione del critico – "La mostra è commovente", sentenzia Sgarbi. "Vittorio Tavernari è un'artista che mi è sempre piaciuto. Ha sempre avuto la capacità di sentire la materia e vivere, utilizzando pezzi come i lego, ma contemporaneamente non fare delle cose decorative, illustrative, non fare come Pedretti per intenderci!", dice  ammiccando all'amico presente nel gruppo. Pedretti incassa e sorride. "A Tavernari  – continua poi Sgarbi tornando serio – piace essere asciutto e severo; in un momento in cui dominava l'arte astratta, l'artista si allontana dall'astrazione".

Foto di gruppo sotto il Totem di tavernariFoto di gruppo sotto il Totem di tavernari

Prospettiva aerea  – Sia dall'alto delle finestre della galleria che successivamente in piazza, Vittorio Sgarbi si complimenta con le bellezze della nostra città. Corso Matteotti gli è proprio gradito; nota compiaciuto la finestra gotica nei pressi della Ghiggini e si avvicina curiosando dal portone chiuso dello stabile. Non manca anche un apprezzamento in volata al gallerista per la passione e il coraggio con cui mantiene viva la sua realtà.

Via col Sindaco –  Dopo Ghiggini, l'impegno 'istituzionale'. A fianco del primo cittadino, il critico si è recato a fare un sopralluogo ricognitivo a Villa Mylius: "Sgarbi è un bel personaggio che potrebbe partecipare alla sfera culturale varesina, a cui potrebbe dare molto. Speriamo in una futura collaborazione", l'auspicio di Fontana. Dopo l'incontro nella splendida villa ancora in corso di acquisizione da parte del Comune, il sindaco ribadisce: "Siamo andati a mostrargli gli spazi, abbiamo fatto una serie di valutazioni generiche, sul possibile utilizzo di questa sede. Sarebbe un'ottima cosa avere una collezione stabile da tenere, come ad esempio avviene al Poldi-Pezzoli di Milano. Ho già contatti con alcuni collezionisti, l'idea è quella di coinvolgere anche parte della collezione di Sgarbi. Non per forza miriamo all'arte contemporanea, vediamo cosa riusciamo a recuperare. Sarebbe bello fare anche delle mostre in questi spazi di prestigio".

Botta e risposta – Il corteggiamento mediatico al critico, insomma, è cominciato. Si profila un botta e risposta a distanza: Varese-Gallarate, Daverio-Sgarbi. Fantacultura? Fanta-arte? Staremo a vedere. Intanto, quel che traspare è che a quasi un anno esatto dall'annuncio del regalo della Famiglia Babini alla città di Varese, le idee intorno al futuro di Villa Mylius sono tante e nessuna, le proposte si rincorrono, di fondi non si hanno notizie certe. Servirebbero capacità di visione e piani lungimiranti. E forse anche di queste visite estemporanee. San Vittorio illuminaci….