Damnatio – Triste il destino del baule. Ingrigito in angoli dimenticati e remoti, con tutto l'intero suo carico di memorie e racconti, testimonianze, volti. Triste ed esaltante quando sfugge a questo damnatio memoriae, riempie improvvisamente il tempo del presente, fa scattare il desiderio della rincorsa a ritroso alla ricerca di un senso perduto.

Il baule di Beppe – Il baule di Beppe Bolchi, ad esempio, conteneva circa 250 lastre fotografiche in vetro, a occhio di fine Ottocento, inizio Novecento: su quelle lastre, si svolgeva come in un film una storia di cui occorreva scrivere lo sceneggiatura, trovandone incipit e fine, indagando il teatro di svolgimento, i suoi protagonisti,  gli abiti, le voci che le hanno dato corpo.

Il Guerriero della fotografia – Ed è esattamente il compito che si è assunta Paola Guerriero, di Brebbia, restauratrice d'arte, alla scuola d'Arezzo, ma soprattutto restauratrice di negativi ed appassionata e storica di fotografia. Nonché amica del proprietario di quel baule delle meraviglie, Beppe Bolchi, animatore della fotografia in provincia, tra i massimi esperti della pratica stenopeica, di polaroid e delle fotografia d'antan.

E corre, corre, la locomotiva – Come una lampada di aladino, il baule ha scatenato i desideri di conoscere e comparare: "Siamo riusciti a ricostruire la zona dove queste immagini sono state scattate" – dice la restauratrice in una pausa in biblioteca dove si trova proprio per approfondire la materia. "La zona è il Piemone, in un'area tra province di Torino e di Cuneo. In quelle lastre è impressa la storia di una famiglia ai tempi della costruzione di una linea ferroviaria, a cavallo dei due secoli, all'epoca di Re Vittorio Emanuele III e di Giolitti ". Quello che adesso si vorrebbe portare a termine è la rierca dei protagonisti, degli eredi di quelle figure impresse; e allo stesso tempo, creare dei parallelismi tra la natura, il paesaggio di allora e quello di oggi.

La microstoria – L'obiettivo è quello dello storico: la Guerriero e Bolchi si prefiggono non solo la catalogazione, già avviata secondo gli standard regionali Sirbec, ma soprattutto l'approfondimento del contesto sociale dei personaggi ritratti, la localizzazione dei luoghi rappresentati e la documentazione della situazione attuale, attraverso ricerche mirate e visite sui luoghi originari, rivistando storicamente e culturalmente una realtà locale vecchia di cento anni. Una sorta di microstoria, da Les Annales.

Appuntamento in libreria
– Per intanto il primo appuntamento con questo foto(romanzo) è fissato per mercoledì 26 settembre presso la Libreria Croci, sede del Fotoclub Varese, che ha dato al progetto il suo appoggio e patrocinio, alle ore 21. "Sarà – promette la curatrice – un primo approccio alla materia, attraverso la presentazione di un video e di alcune immagini". Successivamente, forse già durante la manifestazione "Dia sotto le stelle", verrà allestita una prima mostra con le immagini stampate dopo il loro restauro e la conversione con tecniche digitali.