Legnano – Il museo Sutermeister ha inaugurato “Frammenti di vite passate”, la mostra sulla necropoli di Pogliano venuta alla luce nel 2015 in via Arluno.

La scoperta si deve a interventi di archeologia preventiva svolti durante i lavori per la posa di un collettore fognario. Gli scavi hanno portato alla luce diciassette sepolture con corredi tombali di pregio  il cui studio ha aggiunto un nuovo tassello al complesso mosaico del popolamento del territorio, anche nel corso della prima età imperiale. Queste sepolture occupavano un’area di circa 70 metri quadrati e si collocavano a una profondità di poco meno di un metro rispetto al piano stradale.

I corredi tombali comprendevano vasellame relativo al consumo di cibo e bevande, che rivestiva un ruolo importante nel corso delle cerimonie funebri, rasoi, specchi e balsamari in vetro destinati alla cura del corpo, monili per l’ornamento e utensili in ferro. Un particolare valore simbolico assumevano le lucerne, per contrastare le tenebre della morte e le monete, poste nella bocca o sugli occhi del defunto, così da garantirgli il passaggio alla vita ultraterrena.

Fra gli oggetti di corredo rinvenuti spicca una statuetta che raffigura una coppia di coniugi/amanti: la figura maschile, togata, tiene nella mano sinistra un rotolo; quella femminile, panneggiata, appoggia la mano destra al petto dell’uomo e con il braccio sinistro cinge il compagno. Alla base, tra loro, compare un fanciullo nudo che con entrambe le mani afferra un lembo delle vesti dei due adulti. La presenza dell’oggetto nella tomba rivestiva un importante significato nell’ambito del rituale funerario: dal suo uso primario passa alla tomba come offerta e accompagnamento per il defunto.

Nel quadro del territorio dell’ovest milanese, e in particolare nell’area prospiciente la valle Olona, la statuetta di Pogliano rappresenta un unicum. Le tombe della necropoli di Pogliano Milanese permettono di ricostruire un piccolo spaccato della popolazione presente sul territorio durante la prima età imperiale. Le deposizioni erano individuali; solo in una delle diciassette sepolture erano deposti due individui, probabilmente legati da un rapporto familiare.

Si tratta di una popolazione adulta che doveva svolgere un’intensa attività lavorativa, forse professioni di tipo agricolo o artigianale. Le patologie riscontrate risultano principalmente connesse a tali attività. Diverse tombe hanno restituito resti faunistici riferibili ad animali coinvolti nella ritualità funeraria: pollo e maiale. In alcune sepolture erano presenti ossi bruciati (offerte sulla pira) e non bruciati (animali consumati durante il banchetto funebre), talvolta con parti selezionate intenzionalmente. I resti, raccolti con le ossa del defunto, erano poi deposti nell’anfora-cinerario.

La presenza di una necropoli a Pogliano costituisce, in ultima analisi, un dato importante per la conoscenza del popolamento e consente di ipotizzare l’esistenza di un insediamento strategicamente inserito in un territorio favorevole allo sfruttamento delle risorse agricole, grazie alla vicinanza del fiume Olona e alla presenza di antichi percorsi viari.

«… i traffici di quei tempi, le relazioni che si intrecciavano – ha precisato Lorenzo Radice sindaco di Legnano, nel corso dell’inaugurazione – sono stati precursori di quella dinamicità che ancora oggi, nel ventunesimo secolo, ne fa una delle zone più sviluppate d’Italia. Guardare indietro, dunque, ancora una volta ci aiuta a comprendere meglio perché siamo diventati quel che siamo…».

La mostra potrà essere visitata nei seguenti giorni e orari: da martedì a sabato 9-12.30/ 14.30-17; domenica 9.30/12.