Biumo Superiore, luogo di osservazione della battaglia da parteBiumo Superiore, luogo di osservazione della
battaglia da parte di Garibaldi

È il 1859, l'Italia è coinvolta nella Seconda Guerra di Indipendenza, che la vede schierata contro i nemici di sempre, gli Austriaci. È lo stesso re Vittorio Emanuele II a guidare l'esercito. Ed è sempre lui a contattare come generale Giuseppe Garibaldi, che già circa dieci anni prima aveva entusiasmato le folle. Il suo compito sarebbe stato quello di "richiamare" i volontari italiani, rimanendo un po' nell'ombra.

Da Torino al Lago Maggiore – 
L'inizio del viaggio, come racconta lo stesso generale, è arduo, soprattutto per le difficoltà logistiche e gli ostacoli creati a Garibaldi e ai suoi, per motivi politici. Vicino ai volontari è il re in persona, che dà il via libera per il passaggio sul Lago Maggiore, attraverso Arona: approdo a Castelletto Ticino, e marcia su Sesto Calende, quindi arrivo in Lombardia.

Garibaldi a Varese – 
Circa tremila volontari, con scarsi bagagli, si muovono alla volta di Varese. Nel frattempo verso Laveno marcia il Bixio. Garibaldi arriva a Varese di notte, sotto una pioggia battente. Eppure a festeggiare il suo arrivo sono raccolti tutti i cittadini, uomini e donne, di famiglie nobili e borghesi, e non mancano abbracci a saluti festanti ai soldati. Gesti di affetto che ripagano i

Monumento del Garibaldino, VareseMonumento del Garibaldino,
Varese

volontari delle sofferenze e delle privazioni.

Ma la città non è stata a guardare
: già nei giorni precedenti lo stemma imperiale austriaco è stato sostituito dal tricolore. Nelle strade della città si innalzano barricate, soprattutto lungo le porte e si armano i cittadini.

Ed arriva la battaglia – 
Il 26 maggio, in seguito a piccoli scontri sporadici, come a San Salvatore, si giunge alla battaglia fra i Cacciatori delle Alpi, guidati da Garibaldi e Urban, il generale austriaco inviato da Como. Ben quattro battaglioni, più due di riserva, rispondono agli Austriaci, che aprono per primi il fuoco con i cannoni. Sono soprattutto Cosenz e Medici a portare al successo i Cacciatori delle Alpi. Giovani, tanti giovani, scrive il generale, partecipano alla battaglia, la cui gioventù è da lui lodata.

Viva l'Italia!
Questo è il grido dei volontari, spesso lanciato da soldati feriti e sotto i ferri. Fra tutti, merita un ricordo uno dei patrioti varesini, Ernesto Cairoli, il più giovane di tre fratelli, caduto sotto le armi. Generose, dopo la battaglia, le madri varesine, che si prendono cura dei feriti.

Sulla strada verso Como – 
È il 27 maggio, quando Garibaldi e i suoi si muovono alla volta di Como. Il generale capisce l'importanza strategica di San Fermo e da lì organizza la presa di Como. Ancora una volta è un giovane capitano, De Cristoforis, ad aprire la strada con la vita, colpito dagli Austriaci all'altezza di Cavallasca. Anche l'arrivo a Como, attraverso Borgovico, è un trionfo. Gli abitanti, dapprima intimoriti perché non sanno

Monumento San Fermo della BattagliaMonumento San Fermo della
Battaglia

che truppe stiano arrivando-ancora una volta è notte-appena riconoscono Garibaldi e i suoi esplodono di gioia, come una mina, dice il generale: città illuminata, strade ingombre, campane che suonano a festa.

Rapidi spostamenti – Il successo dei Cacciatori ne aumenta progressivamente il numero: ma mancano le armi, e Garibaldi decide di tornare verso il Piemonte. Di nuovo si percorre la strada per Varese, poi Gavirate e Laveno. È la volta delle Valli, Valcuvia e Valganna. Ma Urban è troppo forte, il generale punta nuovamente su Como. Ancora una volta i piccoli paesi sono teatro del suo arrivo, come Malnate, dove un forte temporale evita i controlli austriaci.

Una misteriosa fanciulla – 
Anche le donne operano in un clima di clandestinità. Garibaldi ricorda una coraggiosa ed avvenente fanciulla, che incontra sulla strada per Varese e lo invita a tornare a Como, prima del rientro in città del generale Urban.
Da Como la marcia continua verso Lecco e Bergamo.
Garibaldi nelle sue memorie racconta ancora di giovani patrioti e paesi festanti. Lo lasciamo andare lungo la strada della storia e ci fermiamo a immaginare le nostre città del Varesotto colorate dei colori risorgimentali.
 

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RIPROPONIAMO, IN CALCE, LO SPECIALE DI ARTEVARESE.COM DEDICATO AI MONUMENTI GARIBALDINI IN CITTA'.

SEGNALIAMO ANCHE I VIDEO E LE INTERVISTE PRESENTI NELLA SEZIONE "VARESE PER L'ITALIA"