Premio Ghiggini: ancora pochi giorni per votare...Premio Ghiggini: ancora pochi giorni per votare…


La fotografia, il significato dell'ospitalità e dell'indagine negli ambienti domestici e nel vissuto quotidiano formano l'ordito artistico di Daniela Ardiri, classe 1984. "In Je dormirai dans ton lit – dichiara la giovane – sono entrata nell'intimità della camera da letto di amici e conoscenti, in loro assenza. Se da piccola mi avessero chiesto Cosa vuoi far da grande? non avrei mai risposto l'acrobata, se me lo chiedessero oggi risponderei che mantenermi in equilibrio, senza mai smettere di camminare, è il desiderio più grande che ho".

Un esperimento in equilibrio tra ricerca, esperienza di evasione e gusto per la sperimentazione con i materiali, è invece il range di movimento per Davide Genna (1983). Una ricerca singolare e profonda che l'autore esprime così: "Dal confronto tra le due opere – Il Grande Posacenere del 2006 e Perversione con Aureola del 2011 – emerge chiara la comprensione di uno sviluppo dell'esperienza e dei suoi echi astratti, che raggiungono nel tondo con aureola livelli di sacralità riconoscibili in molte esperienze ed in molte prospettive di matrice umana".

Una ferialità svuotata di qualsiasi ampollosità o retorica. "Ho fatto una scommessa con me stessa e la fotografia; volevo conoscere il mio limite e superarlo. In effetti, dopo tanti tentativi sono riuscita ad sorpassare questo arduo scoglio. Il difficile è stato il guardare in oggetti che mi appartengono, fare la mia introspezione in quattro punti di vista diversi, e soprattutto l'esternare il mio essere ad un pubblico amico che non fossi io". Così esprime e racconta la sua ricerca creativa Cristina Marasini del 1989.

Giuliana Storino fa riferimento alla pittura classica,

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permeata però di lessico e sillabe del XXI secolo, di un focus sul rapporto tra uomo, natura e territorio. "Il terreno di cui mi servo come materia della mia pittura – spiega l'autrice – è l'elemento che mi consente di cogliere la realtà sintetica del mondo in comunicazione con la natura umana e senza mediazioni. Ciò che si ripete e si stratifica sulla tela, non è un elemento di memoria, ma un atto attivo del tempo che della memoria della terra è carico; visualizza la ciclicità degli eventi un alternarsi di equilibri che riporta al ricordo ancestrale del principio".

Il tragitto compiuto dallo sguardo umano e lo scorrere del tempo sono i gangli tematici principali – ma non esclusivi – dell'esempio di video arte firmato da Claudia Campus che così si racconta: "Il video rappresenta la ricerca ancora senza fine della mia spiritualità in questo luogo, che sembra un limbo. Il percorso che si svolge da sinistra verso destra enfatizza questa narrazione dove gesti e movimenti sono espressione dei miei dubbi".

"Il mio lavoro deve molto agli studi pittorici, da cui emerge l'approccio costante di 'intimità' con i media, la realtà inquadrata dalla telecamera e la cura per la composizione formale, come fondamento su cui costruire una poetica. Tratto lo spazio come campo fisico, alla ricerca di strutture veicolo di contenuti. Il rapporto tra immagini e contenuto si rivela soprattutto nel montaggio, ritmo che collega concetti a forme". Così Ilaria Pezone, classe 1986, descrive il suo "video privato" costruito con regole interne, contrarie alla spettacolarizzazione o all'immediatezza di un'idea.

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