DI ELEONORA MANZO

GALLARATE – Incontriamo al Corniciaio Lisa Borgomaneri e Paola Medeghini, insegnante di educazione fisica all’Istituto Falcone, che hanno collaborato per un innovativo progetto culminato in una mostra fotografica.

Avevate mai lavorato insieme precedentemente?

Lisa: «Ogni anno partecipiamo a Filosofarti e il nostro obiettivo è diversificare sempre la nostra proposta. In quest’occasione ho pensato di coinvolgere Paola, a cui mi lega un rapporto di amicizia».

Paola: «Il nostro è un incontro di anime sensibili, siamo accomunate da una sensibilità simile pur operando in due ambiti diversi: l’arte e la danza».

Potete raccontarci a grandi linee il progetto? Come è stato strutturato? Come sono stati coinvolti gli studenti del Falcone?

Paola: «Il progetto nasce da un laboratorio di movimento espressivo che si tiene all’interno dell’Istituto Falcone di Gallarate da almeno cinque, sei anni. Lo conduco insieme a una psicomotricista, Cristina Garavaglia perché lo spazio era dedicato a persone diversamente abili e nell’ultimo anno in particolare a persone con fragilità, non per forza con disabilità cognitive o motorie. Nell’attività il corpo ovviamente è il protagonista; parlando con Lisa, che ospita studenti dell’indirizzo fotografico del Falcone in 96 metri cubi per l’alternanza scuola-lavoro, abbiamo deciso di coinvolgere proprio i ragazzi all’interno di questo progetto. Li abbiamo invitati a venire a scattare delle foto durante l’attività laboratoriale. Sono stati coinvolti in particolare tre studenti, due ragazze di quinta superiore e un ragazzo di terza. Hanno apprezzato molto quest’esperienza perché sono poco abituati ad entrare in contatto con il proprio corpo, sono molto propensi a fare e non a sentire. In questo contesto, invece, si chiedeva loro  di ascoltare l’altro e di superare la paura del giudizio»,

I ragazzi sono rimasti molto coinvolti dall’attività, quindi…

Paola: «Li ho visti coinvolti e anche molto impegnati nel fare in modo che il prodotto finale fosse di qualità. I docenti stessi hanno spesso un atteggiamento molto direttivo con i ragazzi, spesso per ragioni di tempo».

Lisa: «Non sono neanche così abituati al fatto che gli si dia fiducia. Per il risultato finale del progetto tanto dipendeva da loro. Sono stati responsabilizzati e i risultati sono arrivati».

Il laboratorio di danza creativa suscita molto interesse?

Paola: «Ho provato a sperimentare questa attività anche con adulti e non solo in ambito scolastico. Si rendono necessari chiaramente uno spazio accogliente e un tempo dedicato. Due ore sono il tempo minimo per indurre ad un ascolto del proprio corpo. Nella scuola le ore di educazione fisica non sono sufficienti, come si può facilmente intuire. Nell’ambito di laboratori extracurricolari invece si può sperimentare questa attività. La propongo nella nostra scuola dove c’è il gruppo delle pari opportunità che si occupa di indagare il femminile e il maschile».

Come avete scelto le fotografie che i ragazzi hanno scattato durante il laboratorio?

Lisa: «Nella scelta degli scatti e nell’attività di post produzione sono stati coinvolti due insegnanti dell’indirizzo fotografico dell’Istituto Falcone: Maurizio Cavazzoni e Raffaele Luongo. Sono state scelte una dozzina di immagini di diversi formati, volutamente in bianco e nero. Nell’allestimento sono stati coinvolti anche i ragazzi e nei 96 metri cubi d’arte compariranno anche le parole e le frasi emerse durante il laboratorio tenuto da Paola e Cristina. La panchina rossa dello spazio espositivo sarà poi un importante punto di osservazione per le fotografie in mostra».

La mostra fotografica dal titolo “I muti linguaggi del corpo”sarà inaugurata  giovedì 7 marzo alle 17.30 e sarà visitabile fino al 14 marzo.