Come per la mostra al Castello di Masnago anche in Sala Veratti il tema è quello del paesaggio urbanizzato. In particolare le fabbriche che caratterizzavano il nostro territorio sono argomento di indagine dei due fotografi.

Claudio Argentiero, ci accompagna nella visita: “Nella primavera del 1978 l’Istituto Nazionale di Urbanistica chiede a Gabriele Basilico di realizzare un servizio fotografico:“Milano: Ritratti di fabbriche (1978-80)” è il primo lungo lavoro che ha come soggetto la periferia industriale . Sono immagini, in prestito dalla Fondazione 3M, che documentano la storia industriale di quegli anni attraverso le geometrie, in cui spicca l’assenza di figure umane, tutte con prospettiva centrale, in una visione senza tempo e come dice l’autore stesso “Ho visto, come se non l’avessi visto prima, l’architettura riproporsi in modo scenografico e monumentale”.

Queste fotografie sono realizzate con macchine di piccolo formato e solo più tardi Basilico utilizza il banco ottico con lastre, lavori molto impegnativi su formati di grandi dimensioni, stampate in camera oscura. Laureato in Architettura è considerato il fotografo di paesaggi urbani più conosciuto al mondo; ha ricevuto numerosi premi ed è stato uno dei pochi italiani chiamato a partecipare campagne fotografiche all’estero, in particolare in Francia e poi a Beirut”.

Argentiero prosegue: “Il mio lavoro si rivolge all’archeologia industriale del nostro territorio, in particolare della Valle dell’Olona. Io lavoro molto meno sulle architetture esterne ma più sulle tracce, sui segni lasciati, su quello che si trova all’interno di questi edifici abbandonati: registri, scarpe, armadietti, oggetti lasciati lì che comunque hanno avuto un vissuto. Ed è molto interessante questo confronto tra interno ed esterno. Le foto sono state scattate a Malnate, Fagnano Olona, Castellanza, Tradate. Si tratta di aziende storiche che hanno avuto un valore assoluto per il territorio e che oggi sono state abbattute. I segni rimasti documentano il passaggio del tempo e fanno parte della nostra memoria. Questa mostra documenta come nell’oblio si possa trovare la bellezza attraverso la luce, quello che è stato e come è cambiato il percorso. Nella semplicità trovi la profondità del paesaggio.Le immagini sono state realizzate una ventina d’anni fa in pellicola 6×6 ma la stampa è moderna: Fine Art inkjet con carte di particolare pregio.

Claudio Argentiero da oltre trent’anni si occupa di fotografia. “Ho iniziato a lavorare su progetti anche a lunga durata fino alla nascita dell’A.f.i. (Archivio Fotografico Italiano) nel 2006 per l’esigenza di raccogliere fotografie che si stavano perdendo e sono quindi diventato anche curatore e archivista. Poi è nato il festival per appagare un bisogno di collaborazione che avevamo con alcune realtà straniere e quindi è iniziato lo scambio con l’intento di promuovere la fotografia italiana all’estero: in particolare la filosofia è andare al di là dei soliti noti per far apprezzare autori anche del passato, che per varie ragioni sono meno noti e autori emergenti anche giovani. L’archivio, nel frattempo, ha raccolto 500.000 fotografie: ogni anno vengono acquisite, dalle mostre che organizziamo, centinaia di fotografie d’autore e siamo anche diventati punto di riferimento per la raccolta degli archivi dei fotografi. Inoltre abbiamo iniziato a commercializzare la fotografia partecipando a fiere ed eventi dove vendiamo i libri della nostra collana, fotografie e stampe: quello che ricaviamo lo reimpieghiamo nella crescita dell’archivio.

Oltre al festival, cerchiamo di dare continuità tutto l’anno attraverso il lavoro con le scuole, i corsi e i workshop.

 

Cristina Pesaro

 

GABRIELE BASILICO | RITRATTI DI FABBRICHE

CLAUDIO ARGENTIERO | SEGNI, TRACCE, MEMORIE Archeologia industriale in Valle Olona

Sala Veratti – Via Veratti, 20 – Varese

23 Marzo – 20 Aprile 2019

Orari di visita: venerdì, sabato e domenica : 10.00 – 12.30 e 14.30 -18.30 – Ingresso Libero