Parcheggio la mia auto in prossimità di un ponte e una volta scesi ci incamminiamo lungo una strada sterrata che costeggia il fiume, ora è alla mia destra. Alcune biciclette ci superano e proseguono lungo l'argine, altri, a piedi con le cuffiette alle orecchie si dedicano al footing. 

Ad un certo punto mi sento dire di svoltare a sinistra e mi infilo nel bosco che subito sale rapidamente. Ecco che appare il nuovo mondo di Fermo. Come un cercatore di funghi e con la sua sfrenata voglia di rovistare comincia a mostrarmi le bellezze della natura nelle radici "giocate" dal tempo, dall'uomo,dagli animali e dagli insetti del bosco. 

Scopro forme di straordinaria bellezza dove l'uomo/artista deve assolutamente evitare di intervenire, questa è l'opera!Rivedo le sciabolate di Vedova in radici contorte lavorate dal tempo, il segno inciso e intrecciato di Scanavino in un grappolo di radici d'edera, il lirismo di un albero caduto diventato canoa alla Maraniello e così via per una buona mezz'ora. 

Una fitta trama, una mappa terrestre disseminata di bellezze che Fermo, nei suoi camminamenti nel parco del Medio Olona ha riportato in "vita". Ecco l'idea di trasferire questi legni nel suo spazio espositivo e farle dialogare con le opere dei suoi artisti, senza nessun intervento sullo stato di fatto, quindi; muschi, filamenti, segature e sottobosco rimangono parte integrante dell'intervento di Fermo Stucchi… (dal testo di Armando Fettolini per la mostra Radici della Valle"Natura e Bellezza"