«“Dipinti per una collezione” è una mostra che presenta tutti gli artisti trattati della galleria, con dipinti e sculture. – spiega la titolare Antonella Piccardi – Nel corso della stagione solitamente facciamo 4 o 5 mostre a tema, di soli autori o singoli soggetti. Ma in questa occasione vogliamo mostrare al pubblico tutto quello che trattiamo. Si riuniscono così opere che, magari, si sono già viste nella personali degli artisti o nelle collettive di soggetto».

Il Mercato dell’Arte di opere realizzate tra la seconda metà dell’800 e la prima del ‘900 è in continuo fermento e per la Piccardi e il marito Italo Magnaguagno – che hanno fatto dell’amore per l’Arte una professione – è sempre una grande gioia accogliere nuove opere in galleria perché, come lei stessa sottolinea, «anche se viviamo di questi scambi, non vogliamo che si tratti di una una mera transizione commerciale. Per ogni mostra, ogni artista e presentazione facciamo una ricerca storica, biografica e un catalogo, in modo che chi entra nella nostra galleria percepisca subito che dietro ogni opera c’è una storia. Una storia che per noi è importante».

«Pensiamo che il lavoro del gallerista debba andare oltre il mercato, che ci sia molto di più. Per questo Studio Arteidea ha sempre collaborato con i musei. In questo periodo, ad esempio, ci ha chiesto numerose tele il Museo del Novecento di Milano, per esporle in una bellissima mostra in programma il prossimo settembre».

Per l’occasione andrà nel capoluogo anche il ritratto di Nino Pesaro realizzato da Guido Tallone ed esposto ad Arteidea nella mostra “La Galleria Pesaro e i suoi Artisti” che ha celebrato il celebre gallerista scopritore di talenti scomparso nel 1938, protagonista di un’affascinante parabola umana e di un’intensa stagione milanese.

«I musei ci chiedono spesso delle opere ed è meraviglioso questo scambio di interesse, di attenzione e di amore. Collaboriamo da sempre con musei sia nazionali che internazionali quando vengono organizzate delle mostre. E’ una cosa che riusciamo a fare anche perché sappiamo muoverci in questo mondo, conosciamo i collezionisti. Siamo convinti che quando si fa una mostra si debba sempre proporre il meglio dell’artista. A volte i curatori preferiscono non coinvolgere galleristi privati, perché temono la connotazione commerciale. Ma questo è un errore, perché il gallerista conosce i quadri importanti, sa cosa proporre. E’ un fattore fondamentale anche per la realizzazione del catalogo della mostra, che poi rimane. Quando si fanno dei cataloghi attenti restano a corollario di una mostra e dell’opera dell’artista».

Emerge, ancora una volta, il coinvolgimento personale della Piccardi che sottolinea: «Per me è una gioia che l’aquirente capisca quello che gli propongo: la storia del pittore e la storia del quadro. Quasi tutti i quadri hanno un proprio percorso e sono stati esposti in altri tempi e luoghi: non si può dimenticare, perché non si compra solo un oggetto».

Anche i galleristi di Arteidea, con la loro passione, entrano quindi a far parte della storia di ogni singola opera e guidano l’osservatore tra i loro “Dipinti per una collezione”. Sulle pareti spiccano importanti vedute di Milano, e anche un “Vaso di fiori con zinie” di Leonardo Dudreville.

«Dudreville è stato uno dei fondatori del Movimento di Novecento Italiano – ricorda Piccardi – quindi si parla di autori storicizzati, importanti. Hanno fatto tutte le Biennali, le Quadriennali, le mostre su Brera… C’è anche un’opera di Alberto Salietti, che è stato il segretario del Movimento. Nel 1926 e nel 1929 ha organizzato le due mostre più importanti sul Novecento Italiano, presentando anche lavori suoi».

Una presenza significativa anche gli autori detti “locali” perché nati o cresciuti nel nostro territorio, ma in realtà di importanza nazionale e internazionale.

Significativa l’opera di Cesare Tallone, padre del già citato Guido. «In “Dipinti per una collezione” si può ammirare una sua bellissima baita, dipinta tra il 1896 e il 1897. Tallone studiò a Brera con Previati, Vela e Segantini e ha insegnato prima all’Accademia Carrara di Bergamo, quindi proprio all’Accademia di belle Arti di Brera ed è stato maestro di tanti dei maggiori pittori del periodo successivo, tra i quali Pelizza da Volpedo.

«Ecco l’interno del Duomo di Milano di Filippo Carcano: il lato destro. E’ un quadro scuro perché era buia la navata della chiesa!».

«Parliamo ancora di, tra virgolette, autori locali. Perché artisti come Domenico De Bernardi e Innocente Salvini hanno partecipato comunque a tutte le mostre più importanti del periodo».

Di De Bernardi sono esposti dei paesaggi dipinti dal 1936 al 1944: delle vedute del Lago di Varese e della campagna varesina.

«Del Movimento Chiarista, i cui artisti lavoravano su una base bianca, a cui venivano aggiunti dei colori sfumati e molto chiari, abbiamo Francesco De Rocchi, che è stato uno dei maggiori rappresentanti del Movimento. Definiamo poi “locale” Giuseppe Montanari, ma solo perché ha vissuto tutta la vita a Varese». Montanari, con De Rocchi e De Bernardi, sono tra gli autori le cui opere sono esposte nella mostra Mostra “Il palpito del colore. Un secolo di pittura a Varese“, allestita fino al prossimo 10 agosto alla Villa Frascoli Fumagalli di Laveno Mobello, al Museo Floriano Bodini di Gemonio, al Museo Innocente Salvini di Cocquio Trevisago e alla Galleria AlMiarte di Gemonio.

“Dipinti per una collezione” riserva altre sorprese per i suoi ospiti, come la veduta “scapigliata” del Lago Maggiore di Leonardo Bazzaro. «E’ tra i caposcuola della Pittura Lombarda, della scuola naturalistica. Questo è un quadro dei primi del novecento, pubblicato su catalogo generale, ed è intitolato “In giardino”».

La mostra, oltre ai dipinti, raccoglie anche alcune statuette già esposte in galleria in occasione dell’evento intitolato “Madri. La maternità scolpita tra 800 e 900”. L’iconografia della madre si declina in modo inedito con delle sculture di grande vivacità.

«Queste piccole opere in bronzo sono state spesso dimenticate dalle mostre, che privilegiavano i dipinti – ricorda Piccardi – mentre il lavoro di tanti abili scultori procedeva di pari passo con quello dei pittori. Spesso la statuetta in bronzo richiama l’idea del monumento cimiteriale, ma all’inizio del Novecento era nato un gruppo di artisti che realizzava questi splendidi “bronzetti da casa”. Erano Eugenio Pellini, Franco Bargiggia, Michele Vedani, che hanno creato una serie di sculture proprio da esporre in casa. Tra l’altro i bambini raffigurati dal Pellini erano i suoi figli, di cui possiamo seguire la crescita».

«Franco Bargiggia è un importante artista attivo nella prima metà del Novecento: molte delle sue opere sono esposte nel museo a lui dedicato a Sanremo.
Bargiggia, come gli altri scultori presentati, seppe catturare il momento, la poesia, la tenerezza».

Chiediamo infine ai galleristi di Spazio Arteidea: da dove arrivano le tele e le figure esposte nella galleria, opere prestigiose di artisti rinomati e di un preciso periodo storico e artistico? «Provengono da collezioni private, da eredi degli artisti o proprio delle collezioni. Noi siamo sempre alla ricerca di nuovi lavori e siamo conosciuti per il periodo che trattiamo, quindi gli eredi ci contattano e noi siamo sempre felici di incontrare questi tesori».

“Dipinti per una collezione”
Spazio Arteidea, via Veratti 28 – Varese
fino al 14 luglio
info@studioarteidea.it
giovedì, venerdì, sabato 10:30 – 13:00/15:30 – 19:00

Chiara Ambrosioni