Strutturata in sei distinte sezioni, le prime cinque a cura di Roberta Cairoli e Debora Migliucci e l'ultima, prettamente fotografica a cura di Anna Stainer, Studio Origoni Steiner e Ulinao Lucas, "L'alimentazione in Italia tra fascismo, guerra e liberazione" mostra in corso presso Palazzo Moriggia – Museo del Risorgimento, traccia un percorso temporale che va dal 1935 al 1945 attraverso supporti documentali e fotografie atte a ricostruire il quadro dell'alimentazione a partire dalla politica dell'autarchia, dettata dalla dittatura fascista, alle condizioni di vita durante la seconda guerra mondiale in parallelo con la lotta partigiana e la caduta del regime sino al ritorno della democrazia, con specifica attenzione alla realtà di Milano.Mentre per i partigiani in montagna, il cibo era ancora più essenziale per la sopravvivenza, poiché le brigate rimanevano, anche per più giorni, senza pane e null'altro da mangiare.
Altresì la propaganda del regime fascista, documentata in sezioni come "Mangiare all'italiana" e "Sapere e sapori", si avvaleva di manifesti, periodici dove spiccava l'inconfondibile tratto di Walter Molino e copertine di quaderni scolastici.
Terreno fertile, erano gli studenti dei vari cicli scolastici che arrivarono a istituire gli "orti di guerra" dove gli scolari, sotto la guida dei maestri, si cimentavano in coltivazioni nei pressi delle scuole.Il faticoso ritorno alla realtà, in una Milano dilaniata dai i bombardamenti, è descritta dalle suggestive foto in bianco e nero di Vincenzo Carrese, con famiglie intere costrette a frugali pranzi ai bordi delle strade.
Lapidarie, dopo quell'esperienza, le parole di Primo Levi "Noi non volevamo vivere e testimoniare, ma vivere per testimoniare".
"L'alimentazione in Italia tra fascismo, guerra e liberazione"
Milano Palazzo Moriggia-Museo del Risorgimento, Via Borgonuovo 23
Fino al 28 giugno
Orari: martedì-domenica 9-13/14-17,30
Ingresso libero









