Una pubblicazione consistente, soprattutto nei contenuti, che apre uno spaccato sulla storia privata e pubblica tra fine Ottocento e primo cinquantennio del Novecento di uno dei Varesini di spicco, Guido Cagnola. È il volume "Lettere a Guido Cagnola dal 1892 al 1954", presentato alla Biblioteca Civica di Varese lo scorso giovedì.

Animatore della serata è stato Giovanni Agosti, ordinario di storia dell'arte presso l'Università Statale di Milano, che ha seguito la genesi dell'opera, nata proprio in occasione di un suo seminario nell'anno accademico 2010/2011. Durante il seminario, dedicato alla figura del grande storico dell'arte Bernard Berenson, è sorto l'intento di approfondire il rapporto fra Cagnola e lo storico dell'arte, testimoniato da un ricchissimo scambio epistolare.

Da lì lo studio si è ampliato anche alle altre lettere e ha visto impegnati Wanda Rotelli, "vicina di casa" di Cagnola, e Stefano Bruzzese, giovane studioso, in un preciso lavoro di trascrizione, traduzione – infatti l'epistolario presenta più lingue- e soprattutto commento. Un' opera corposa, compiuta in tempi molto stretti, salutata con grande entusiasmo dal pubblico, compreso il Sindaco di Gazzada Cristina Bertuletti e l'attuale direttore di Villa Gagnola Mons. Eros Monti.

Come hanno sottolineato i due curatori del volume, Wanda Rotelli e Stefano Bruzzese, la lettura dell'epistolario ha permesso di conoscere meglio la figura poliedrica e colta di Guido Cagnola, figlio di Carlo, grande appassionato di arte e mecenate, ma anche sindaco di Gazzada e attento ai bisogni dei lavoratori delle sue terre. Un uomo capace di intrattenere rapporti con persone di diverso livello sociale, dalla maestra Giulia Astrua, al filosofo Benedetto Croce, al fattore Giuseppe Bassetti, proprio come raccontano le lettere.
La più fitta corrispondenza è senza dubbio quella intrattenuta con Berenson, sintomo di una amicizia durata oltre cinquanta anni, al punto tale che nell'ultima lettera Berenson definisce Guido usquam frater. Proprio grazie a queste lettere si colgono i diversi periodi di vita dei due uomini: le prime incentrate su discorsi artistici ed opere d'arte, le più tarde, quasi filosofiche, in cui i due amici, ormai anziani, si interrogano sul senso della vita.