Lo snodo del Quattrocento – Il Quattrocento sul territorio varesino tra modernità e tradizione. Questa la traccia uscita per la prima prova cui sono stati sottoposti i candidati per il posto di conservatore di arte moderna e contemporanea dei Musei Civici di Varese. Le altre tracce preparate dalla commissione scientifica erano relative all'eta dei Borromeo, sempre in ambito varesotto, e alle testimonianze barocche nelle opere pittoriche, decorative, architettoniche. Data l'impostazione data al bando, che sottolineava in particolar modo la specificità territoriale della preparazione e data la presenza di Silvano Colombo in qualità di membro della commissione, temi erano ampiamente preventivabili.

La selezione naturale – La sorpresa piuttosto è stata riservata dal numero dei presenti. Molte le sedie rimaste vuote. Dei più di cento iscritti al concorso, presso la Sala Borghi del Collegio De Filippi si sono presentati in poco più di trenta. Di questi alcuni hanno immediatamente deciso di non procedere oltre, non appena letta la traccia da svolgere. Altri, nonostante si attendessero prova più legate ad tematiche più recenti, se non addirittura contemporanee, hanno

Andrea Campane e Silvano ColomboAndrea Campane e Silvano Colombo

ugualmente affrontato la prova. Che non verrà corretta dalla commissione se non all'indomani della seconda prova scritta, di carattere presumibilmente più tecnico, di taglio giuridico-amministrativo.

Gli spunti – La traccia incentrata sul Quattrocento e sulla dialettica aggiornato-attardato, tra vernacolo locale e lingua aperta ai nuovi spunti umanisti, ha offerto lo spunto di affrontare uno snodo cruciale dell'arte sul territorio, come quello della presenza di maestri toscani a Castiglione Olona ad innestare linguaggi nuovi su un tessuto preesistente. Così come si si è potuto prestare per affrontare alcuni testi pittorici disseminati tra lo stesso Castello di Masnago, alcune altre dimore aristocratiche sparse per i contadi intorno al lago, per toccare poi anche, scavallando il passaggio del secolo, gli affreschi del Villino Perabò, collocato proprio all'interno del Colllegio De Filippi. Senza dimenticare la particolare pregnanza del linguaggio architettonico, ugualmente teso tra le due opposte tensioni.