Veduta esterna dell'edificioVeduta esterna dell'edificio

Segnaliamo questa interessante iniziativa di valorizzazione culturale arrivata in Redazione. Da Domenica 7 Aprile, dalle 16 alle 18, come tutte le prime domeniche del mese fino a Novembre, sarà possibile visitare la chiesa di Santa Maria della Neve di Cislago, in località S. Maria Inziata, via Magenta grazie alle visite guidate a cura della Proloco di Cislago.

Proprio recentemente è stato ultimato il restauro della facciata, mentre si stanno reperendo finanziamenti tramite sovvenzioni e attività per por terminare le opere di restauro intervenendo sul campanile e il lato nord.

La chiesa di Santa Maria sorge a breve distanza dal centro di Cislago, stretta all'interno di una corte rurale e circondata da terreni agricoli, verso i quali sfociava il torrente Bolzente minore o Bozzentino. Una chiesa dedicata a Sancta Maria è citata già nel 1256 nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero, ma è solo alla fine del XV secolo che risalgono le prime fonti documentarie certe attestanti l'esistenza di un edificio religioso strettamente legato alla scuola di Santa Maria del territorio e luogo di Cislago. La dedicazione a Santa Maria della Neve prende spunto da un evento miracoloso avvenuto a Roma il 5 agosto del 352, quando proprio nel pieno dell'estate cadde miracolosamente la neve nella Basilica di Santa Maria Maggiore.

L'edificio principale è a unica aula a pianta rettangolare con cinque piccole nicchie semicircolari ricavate nel muro e affrescate. Il presbiterio, anch'esso a pianta rettangolare, è della fine del ‘500 e ha un soffitto a volta ampiamente decorato. La cappella più recente, risalente al 1731, è quella di S. Antonio da Padova, protettore delle donne sterili, di quelle gravide e dei bambini ammalati. A questa statua, per tradizione, si rivolgevano in passato le ragazze in cerca di marito. Ai lati di S. Antonio, sono rappresentate due virtù: la Carità e la Castità. Tra il XV e il XVI secolo, sotto la spinta di una rinnovata spiritualità legata alla devozione mariana ed all'attività educativa svolta dalla confraternita, l'edificio fu interessato da un intervento di ampliamento di tutta l'aula. Della forma originaria della Chiesa è rimasto molto poco ma gli

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esperti raccontano che in precedenza aveva tre altari, uno principale e due a lato, come si evince dal modellino della Chiesa nelle mani di S. Domenico, in un altro affresco situato nella cappella dei Santi. In epoche successive gli altari arrivarono ad essere sette, come il numero delle nicchie che ci sono tuttora ma, nel 1597, furono abbattuti.

Oltre ai consueti santi ausiliatori della peste, sulle pareti vengono ripetuti dipinti di tema Mariano. All'immagine centrale, sull'altare maggiore, della Madonna nell'attesa del parto, opera di un anonimo lombardo del tardo XV secolo, fanno corona gradatamente sulle pareti altre immagini di Maria: in totale una quindicina. Tanta concentrazione di immagini mariane è sufficiente a spiegare la devozione mariana scoppiata proprio nei secoli XV-XVII e guidata dalla Chiesa in continuità col culto popolare dei secoli precedenti. Così come dopo l'anno Mille, una volta passato il terrore della fine del mondo, ci fu un rifiorire di chiese in tutta Europa, dal Quattrocento al Seicento ci fu una rinascita del culto mariano, nella pietà come nell'arte. Santa Maria della Neve, insieme a tante altre, ne è una testimonianza, in particolare perché mette in risalto soprattutto "i misteri gaudiosi" di Maria, mentre altre chiese considerano maggiormente "i misteri dolorosi".

Molti di questi dipinti sono attribuiti a Giangiacomo Lampugnani. Il recente restauro ne ha permesso di poter leggere meglio queste opere, comprese quelle che nel corso dell'800 erano state coperti. Il bellissimo altare ligneo barocco presenta la rara immagine della Madonna del Parto che ha accompagnato la sua fama nei secoli.

Info:
come arrivare, da Varese, percorrendo la SS varesina, si arriva a Cislago. Entrati nel centro si fiancheggia il bellissimo Castello Castelbarco e si prosegue verso la frazione Massina.