E' stata pubblicata in 25.000 copie e diffusa capillarmente sul territorio, la brochure a cura della Provincia di Varese, con elencate "tutte" le iniziative in programma per la IX Settimana della Cultura (12-20 maggio).
Ma "tutte" non sono, il setaccio non ha funzionato del tutto, se vi è un illustre "escluso", il Parco Archeologico di Castelseprio, che oltretutto dipende da quel Ministero per i Beni e le Attività Culturali che è l'ideatore e il motore primo della settimana in questione.
Che cosa è accaduto? La più diretta responsabile della pubblicazione, Chiara Palumbo, in forze presso l'Ufficio Cultura della Provincia, chiarisce che non vi è stata alcuna intenzionalità, ma che la zona archeologica non figurava fra le più importanti realtà museali locali, tutte contattate per tempo dall'ente, così come i singoli comuni del territorio provinciale (in 23, hanno aderito).
D'accordo che l'area archeologica è isolata in mezzo alle selve del Seprio, ma vi è qualcuno che se ne occupa da anni tutto l'anno, la dottoressa Angela Surace, la quale evidentemente non ha nè gradito nè compreso la mancata menzione del bene culturale da lei curato.
Recependo le direttive della Direzione Regionale del Ministero, per la Settimana Castelseprio propone la presentazione di un pannello ricostruttivo dell'abside cinquecentesca di Santa Maria foris Portas, nonché un concerto di arpe celtiche nel Parco Archeologico, dove saranno operative le guide dell'Associazione "La Finestra".
Lodevole, dunque, la macchina propagandistica messa in moto dalla Provincia, anche per la freschezza dell'immagine affidata a Chiara Dattola, che campeggia sui grandi manifesti, affissi soprattutto a Varese. Lo slogan nazionale "C'E' L'ARTE PER TE" è stato del resto ristretto dal prefisso "A VARESE", a rimarcare l'ossessione culturale per il proprio territorio. Mah!
L'intervento della Provincia ha consentito anche di intercettare piccole realtà normalmente taciute, ma il coordinamento fra le istituzioni in gioco non ha funzionato per il meglio. La Provincia di Varese fa il suo gioco, prima politico che istituzionale, nel modo di promuovere la cultura sul territorio. Supplendo anche alle carenze dello Stato, certamente. Ma con qualche oblio che andrà risarcito, il prossimo anno.