Ferraro e PianezzeFerraro e Pianezze

Miriam Ferraro e Fabiana Pianezze si sono laureate lo scorso anno alla Facoltà di Architettura e Società del Politecnico di Milano con una tesi dal titolo: "Analisi e processi decisionali preliminari al progetto. Il DPP per la riqualificazione della Cascina Burattana di Busto Arsizio" Un piano di analisi completo che ha portato alla luce anche scoperte significative sulla storia dell'edificio e che ne rivaluta l'importanza come esempio emblematico di architettura rurale. A un anno di distanza le due ragazze si sono fatte promotrici di un evento presso il Liceo Artistico di Busto Arsizio che ha visto la collaborazione dell'Associazione Amici della Cascina e del portavoce del progetto "Expo 100 cascine". Per la cascina Burettana si prospetta quindi una possibile rinascita. Ne parliamo con le due studentesse:

Come è nata l'idea di una tesi sulla Cascina Burattana? "L'idea nasce da una proposta avanzata dal nostro relatore, il prof. Paolo Gasparoli, che era in contatto con l'associazione Amici della Cascina Burattana. Io e la mia collega non siamo di Busto Arsizio quindi siamo partite da zero e abbiamo analizzato l'edificio da capo a piedi". 

La cascinaLa cascina

Cosa riguarda la vostra tesi di laurea?
"La nostra tesi offre un DDP, ovvero un Documento Preliminare alla Progettazione, applicato ad un esempio di edilizia agricola. Abbiamo quindi eseguito una'analisi completa dell'intero edificio, partendo da zero, visto che non era mai stata eseguita prima e non esiste una documentazione di base né un rilievo geometrico dell'edificio".   

Che tipo di analisi avete effettuato? 
"Prima di tutto abbiamo eseguito tutti i rilievi necessari. Poi siamo passate alle attività diagnostiche finalizzate alla conoscenza dell'edificio, dal punto di vista strutturale e costruttivo, come ad esempio l'analisi termografica. Infine abbiamo proceduto all'analisi prestazionale, cioè una lettura delle capacità che l'edificio ancora possiede di rispondere alle esigenze di sicurezza, benessere e fruizione. Da questo tipo di approccio tecnico siamo risalite a dei dati significativi e finora sconosciuti della storia dell'edificio".

Dal DDP alla storia della Cascina: quali scoperte sono emerse?
"Ad esempio abbiamo portato alla luce una data incisa nel sottotetto: 1679. Era uso comune allora segnare la data di costruzione sulla muratura e così siamo risaliti alla datazione più antica dell'edificio. Poi attraverso l'analisi termografica, cioè a raggi infrarossi, abbiamo potuto datare la struttura portante. L'edificio risulta costruito attraverso più fasi: la prima del seicento, una intermedia del 1881 (testimoniata attraverso un'altra data incisa) e l'ultima nel secolo scorso".

Un'altra veduta della cascinaUn'altra veduta della cascina

Qual è lo stato della cascina oggi?
"Di totale degrado. Ciononostante vi risiedono al piano terra ancora 5 nuclei familiari. Si tratta di famiglie che da generazioni hanno abitato la Cascina e che non vogliono andarsene da quel luogo. Il rischio però è tanto, perché il degrado è tale che si sono già verificati dei cedimenti e il rischio crollo non è da escludere. Soprattutto il fienile è la parte più decadente…ed anche la più interessante perché ha mantenuto l'architettura originale dell'epoca con pilastri e mattoni. Anche l'ala est, ex residenza dei Conti Durini, è stata lasciata intatta, ma ormai l'intero complesso è fatiscente e da recuperare al più presto se si vogliono preservare le sue caratteristiche".

A quali conclusioni è dunque giunta la vostra tesi?
"La tesi ha verificato la fattibilità del progetto, in termini di compatibilità al riuso della Cascina in un'ottica di sostanziale conservazione dell'edificio e della sua tipicità, essendo la cascina un edificio rurale che ha mantenuto le originali caratteristiche morfologiche, distributive e materiche sin ad oggi. La facoltà in cui ci siamo specializzate è infatti quella di "Riqualificazione dell'esistente" e quindi abbiamo auspicato, sempre in via teorica, un  recupero anche della sua attività originaria, ovvero di azienda agricola".

In questa ottica la vostra tesi prelude al progetto proposto dall'Associazione degli Amici della Cascina Burattana?
"Sì, diciamo che la nostra tesi offre uno spunto teorico, che è in linea con gli obiettivi perseguiti dall'associazione. Più tardi si è inserito anche il progetto "Expo 100 cascine" che intende recuperare 100 cascine nei dintorni Rho-Pero per farne delle strutture di accoglienza nei mesi dell'evento. Noi ci auguriamo davvero che prima o poi si riesca a trovare i fondi necessari per recuperare questo esempio raro di architettura rurale che racconta una parte importante della storia del nostro territorio".