La Chiesa di CadeglianoLa Chiesa di Cadegliano

Il paese di Cadegliano Viconago si caratterizza per la composizione di diverse frazioni – Avigno, Cadegliano, Viconago, Arbizzo – nelle quali si conservano delle piccole chiese.
Quasi al confine con la Svizzera, in un paesaggio bucolico e naturale, si innalza la chiesa di S. Fedele e Beata Vergine del Carmine, dominante la valle del fiume Tresa.

La chiesa, all'esterno, si presenta come un'aula rettangolare con abside quadra, ha il campanile sulla destra ed una sacrestia sulla sinistra.
La più antica documentazione riguardante l'esistenza dell'edificio risale al 1352. La costruzione ha subito trasformazioni radicali della navata – e parzialmente dell'abside – in un periodo compreso tra il 1624 ed il 1681.

A documentare l'antichità dell'originaria costruzione rimane quindi il solo campanile romanico. Il fusto della torre – slanciato e leggermente rastremato alla sommità – è composto da cinque piani con larghe lesene, quattro specchiature per lato, di cui le prime tre ad archetti trinati e feritoie, la quarta ad archetti binati e monofora, l'ultimo piano a bifore con doppia ghiera non molto uniformi. Tutte le aperture sono a spalle rette; le murature sono eseguite in pietra locale, con buon allineamento, e con predominanza di sarizzo, qualche grosso ciottolo di quarzite e rari conci di porfiroide rosso.
Sono evidenti i segni di restauro a partire dal piano delle monofore; qua e là compaiono mattoni e frammenti di tegole, che emergono da intonaci e strutture rifatte.
La torre campanaria si pone cronologicamente in relazione con altre strutture dell'arco prealpino e alpino dell'XI secolo. Ci sono molteplici relazioni con altri edifici simili dell'area varesina ma sono molto importanti anche quelle con il Canton Ticino: SS. Pietro e Paolo di

Sureggio, S. Nazaro di Dino, S. Stefano di Miglieglia, S. Maria di Chioggogna, S. Mamete di Mezzovico.

Il portale della chiesa è decorato con sei formelle in bronzo rappresentanti alcuni simboli della religione cristiana. Il portale è stato realizzato negli anni Sessanta da Francesco Sonvico. L'altra firma Vanni – Cavallari si riferisce a due famiglie che hanno reso possibile la realizzazione della porta.

Le pareti della navata sono adornate dalle stazioni della Via Crucis. Non sono state tramandate indicazioni in merito all'autore e alla data di esecuzione. Il disegno è molto netto e ben scandito in ogni suo particolare ed è riconducile molto probabilmente ad un artista di ambito popolare del XVIII – XIX secolo.

Dietro l'altare c'è un affresco rappresentante S. Fedele e la Beata Vergine del Carmine: anche in questo caso non sono state tramandate notizie riguardanti l'autore e l'epoca di realizzazione. Il soldato San Fedele è in primo piano inginocchiato davanti alla Vergine con il Bambino che mostra il classico scapolare. La Vergine siede su una vaporosa nuvola che contribuisce a dare profondità alla scena. Molto elegante è l'armatura preziosa del santo. Da notare il particolare della tenda raccolta da un lato della rappresentazione. Una flebile luce giallognola sullo sfondo illumina la raffigurazione. Interessante è il particolare dei nasi: sono tutti molto accentuati. Il dipinto sembra appartenere ad un modesto pittore lombardo della fine del XVIII – inizio XIX secolo operante probabilmente su commissione di una volontà popolare o di un donatore.