A chiusura dell'anno Costantiniano, indicato da papa Benedetto come l'anno della fede, Busto propone una mostra di icone contemporanee; l'icona riassume in sè i contenuti della fede insieme a quei segni e simboli che prendono avvio in modo ufficiale proprio dall'editto Costantiniano.

L'aspetto storico e religioso che ha determinato la nascita dell'icona – Dal cristogramma costantiniano, gli elementi iconografici sono sempre stati tesi a rappresentare i simboli della fede cristiana, con grande attenzione ai testi sacri, ma anche con una ricchezza compositiva capace di rendere visibile il trascendente. Bisanzio e gli imperatori d'Oriente, insieme alle grandi figure della liturgia orientale dettano i canoni di questo percorso, dove fede e potere politico si muovono sempre in sinergia.

L'aspetto artistico ha sviluppato una concezione del
tutto autonoma –
Quella che nelle icone a noi appare mancanza di prospettiva è, ad esempio, "prospettiva inversa", che tende ad avvicinare la scena rappresentata, piuttosto che allontanarla, con l'obiettivo di rendere il fedele partecipe della storia della salvezza. E' proprio l'immediatezza delle icone, quella freschezza luminosa, quello stupore gioioso, che ha affascinato grandi artisti moderni come Malevich e lo stesso Matisse, che la definì: "la fonte prima delle ricerche artistiche" per l'arte moderna.

L'elemento simbolico evocativo è certamente di grande interesse e non sempre di facile lettura. I simboli rimandano sempre ai testi sacri e dunque l'interpretazione della simbologia è possibile attraverso una lettura comparata con i testi biblici. Interessante è anche la simbologia dei colori.
L'elemento spirituale che permea il mondo dell'icona, ci permette un confronto tra la spiritualità orientale e quella occidentale, evidenziandone le differenze, ma anche alcune assonanze.
Immagini che, in Oriente come in Occidente, dicono il desiderio di assoluto, di bellezza, di armonia che accomuna le diverse concezioni del divino.