"Un perpetuo invito al viaggio" – La frase pronunciata una quarantina d'anni fa da Pierre Restany, uno dei critici di Giannetto Bravi, per descrivere la sensazione che i suoi oggetti artistici, dalle valige concettuali, ai pin up cinematografici alle cartoline del Museo dei Musei, stimolano, ovvero un invito continuo a compiere i viaggi più diversi ed ambigui, titola la mostra apertasi a Milano il 2 aprile alla milanese galleria Maria Cilena. Il curatore, Roberto Borghi, ha voluto sottolineare questo aspetto di un'arte, quella di Bravi, che non ha bisogno di presentazioni. L'esposizione della Quadreria d'Arte con la sua storia del paesaggio negli spazi della galleria e l'allestimento di una piccola antologica di tutto il suo operato presso lo studio, costituiscono l'itinerario perpetuo di studio e di piacere che l'artista compie e racconta da anni con le sue cartoline. Il viaggio, suo e quello che propone al pubblico, è un percorso da compiersi all'interno della mente e dell'arte, alla ricerca e ricostruzione di quella cultura visiva che è propria dell'artista ma anche di ogni singolo visitatore del Museo dei Musei.

Presa di coscienza
– Questa volta il viaggio ha preso una piega diversa, all'inaugurazione, infatti, il custode del Museo non si è limitato a chiedere ironicamente i biglietti di ingresso ai visitatori della sua collezione, si è spinto oltre, dichiarando di aver richiesto ufficialmente al Ministero per i Beni e le Attività culturali la promozione a direttore della realtà museale di cui, è vero, è custode da tempo, ma di cui principalmente è stato e continua ad essere regista e attivo costruttore. Il collezionista-catalogatore ed assemblatore di riproduzioni di opere d'arte presenti in decine e decine di musei italiani ed europei prende coscienza del proprio operato? Sì, si rende conto con questa dichiarazione di non essere più solo un semplice catalogatore, un collezionista ed un assemblatore, ma di essere il fautore, anzi il direttore della grande immagine che con aria beffarda propone al pubblico attraverso l'immensa "Quadreria d'Arte", un'immagine specchio della cultura visiva, della memoria artistica insita nella mente dell'artista e in quella di molti di noi, risvegliata dall'incontro con le opere di Bravi.

Ricordare mistificando, mitizzando e dissacrando – "Non si può pensare al futuro senza fare i conti con la storia", dichiara l'artista nell'intervista rilasciata ad Artevarese. Ricordare il passato, per capire il presente ed organizzare il futuro è il lavoro di concetto che egli propone con la sua "Quadreria d'Arte". Quel che appare più interessante tuttavia è la modalità con la quale affronta il problema, che, guarda caso, è dettata dal gusto ironico e grottesco con il quale Giannetto ama condurre l'esistenza oltre che la propria attività creativa. Guardate da lontano, le sue opere appaiono affascinanti e accattivanti per i colori, le pennellate, le linee, i giochi di luce e prospettiva che riescono a trasmettere, ma una volta avvicinatisi, si scopre il trucco, la mistificazione con cui il "custode" lavora. Sono ognuna l'assemblaggio di più riproduzioni in cartolina di uno stesso dipinto di artisti del passato e del presente, conosciuti o meno noti, applicati su di una tela rigorosamente inquadrata in cornici che svelano la retorica antiquariale dell'artista. Dopodiché tutti i quadri vengono affastellati al muro alla maniera delle antiche quadrerie – come quella di Palazzo Pitti, vivissima nella memoria di Bravi – nelle quali non compare alcun rigore museografico. E' questo di fatto il lavoro meccanico compiuto da Giannetto Bravi, semplice e forse, a primo avviso, privo di senso. In realtà dietro a quest'opera di mistificazione si celano quella della mitizzazione della cartolina, tipico gadget delle librerie dei musei di cui si vuole riscattare il senso della memoria e della fotografia ricordo che essa trasmette di contro alla sua mercificazione e riproduzione, che la destinano alla dimenticanza ed abbandono negli scatoloni dei depositi; ma anche quella della dissacrazione della musealizzazione moderna che, con il suo sistema di valorizzazione del contenitore dell'opera d'arte, cioè il museo sempre più iper-tecnologico che ha lo scopo di celebrare il genio del progettista, le luci che la colpiscono, la posizione, la vetrina, allontana l'occhio dell'osservatore dal vero senso dell'arte: il contenuto dell'opera "che deve parlare da sé", rimarca Giannetto. E allora il messaggio di Bravi non è altro che questo: fermati, guarda, osserva l'opera di un grande pittore, anche se in cartolina, non farti ammaliare da tutto ciò che vi sta intorno, e soprattutto fissala nella memoria con i tempi di lettura dell'arte che inevitabilmente sono molto più lenti e significativi di un'immagine cinematografica, web o televisiva, ma ti aiutano molto di più a capire quel che è stato perché tu lo possa utilizzare nel tuo presente e futuro.

Giannetto Bravi. "Un perpetuo invito al viaggio"
Maria Cilena. Studio per l'arte contemporanea
Via C. Farini 6 Milano
Dal 2 aprile all'8 maggio 2008-04-04
Orario: martedì-venerdì, 15:30-19:00 e /o su appuntamento
Info: 02 29 01 30 26; fax 02 62 02 72 92
www.mariacilena.it
info@mariacilena.it