Milano – A Volte i naufragi aprono prospettive di vita (Robinson Crusoe su tutti) o di creatività inimmaginabile sino a poco prima di tale evento.

Giorgio Andreotta Calò (Venezia 1979 vive e lavora ad Amsterdam) nel concepire “Città di Milano”, a cura di Roberta Tenconi, in corso presso l’Hamgar Bicocca, ha fatto riferimento al nome del piroscafo usato all’inizio del ‘900 dalla Pirelli Cavi, per depositare cavi nelle profondità marine.

La  traduzione di tale evento, da parte dell’artista, ha dato vita a immagini sottomarine dall’impatto spiazzante.

L’elemento acqua permea il lavoro di Calò per l’intera esposizione producendo con un cavo per trasmissioni sottomarine danneggiato pendente dall’alto, un percorso segnico di surreale incombenza.

L’equazione tra il mare e i materiali in esso presenti prende forma con “Clessidre”; pali conficcati nella laguna veneta per delimitare le vie di navigazione, ma anche con funzione di ormeggio per le imbarcazioni.

Tali utilizzi provocano una sistematica erosione nella parte centrale rendendola esile rispetto al resto del corpo.

Mentre orizzontalità e verticalità trovano compimento nella serie intitolata “Carotaggi”, campioni geologici che liberati dalle profondità terrene sono stati adagiati dall’artista in una precisa area dello spazio espositivo al fine di definire, con la loro frammentarietà, altri equilibri spaziali.

Giorgio Andreotta Calò – “Città di Milano” – Hangar Bicocca, Via Chiesa 2. Fino al 21 luglio. Orario: giovedì – domenica 10-22

 

Mauro Bianchini