Museo di BratislavaMuseo di Bratislava

Avanti tutta – L'avevamo visto allo Spazio Cesare da Sesto con la mostra "Bratislove- Diario di passaggio" allestita la scorsa estate. Ed ora ci ritroviamo a dover andare in Slovacchia per poter ammirare di nuovo i suoi scatti. Il fotografo Angelo Gargaglione nativo di Laveno Mombello ha fatto davvero molti passi in avanti. Bratislava è una capitale molto attenta alla fotografia e proprio nel mese dedicato a questa arte a voluto ospitare anche le immagini di un artista straniero. A volte lo sguardo di persone esterne possono cogliere attimi nascosti ai più. Angelo ha esposto così per tutto novembre le sue foto presso il Museo Europeo di fotografia. La mostra che chiuderà domani ha riscosso davvero molto successo.

Scatti prestigiosi – "Ho riportato al luogo d'origine i mie scatti. La stessa mostra di Sesto Calende ha rivissuto in tutt'altra atmosfera" questo ci dice Gargaglione decisamente soddisfatto. Prosegue "tutto è nato per caso, ho lasciato un mio catalogo ad un amico slovacco e lui l'ha fatto vedere alla direttrice del Museo Europeo di Fotografia che ha apprezzato tanto al punto di chiamarmi". La Slovacchia è un Paese molto legato alla fotografia. Mentre esponeva il nostro Angelo, nella capitale erano allestite altre trenta mostre. Nello spazio del museo il fotografo ha deciso di abbinare ai suoi scatti degli aforismi di poeti slovacchi, letterati che spesso trascorrono il loro tempo in questo spazio espositivo. Prima di andarsene ha anche lasciato la sua firma sul muro che racchiude il ricordo del passaggio di artisti ed eruditi.

Angelo GargaglioneAngelo Gargaglione

Alla ricerca dell'amore – Angelo ci dice sorridendo "la direttrice mi ha confessato che alcuni degli scorci che avevo fotografato non riusciva a riconoscerli. E pensare che è la sua città". La mostra è infatti frutto di un un viaggio fatto febbraio 2006. Giornate intere trascorsa da Angelo a Bratislava, macchina fotografica alla mano, ovviamente per cogliere i momenti della vita quotidiana. 27 immagini a colori e in bianco e nero, che scoprono le luci dall'aba al tramonto. L'obiettivo usato come filtro per immortalare attimi di realtà. Il vivere comune che si traduce in immagini dove l'attenzione volge ai sentimenti. A quell'amore che tanti hanno provato a descrivere, ma che racchiude un significato che non si può tradurre nemmeno in milioni di parole. Questi scatti sono piaciuti molto al pubblico locale, le visite sl museo sono state numerose e la vendita dei cataloghi ha registrato il tutto esaurito. Molto bella la frase dedicata al fotografo da Roberto Caielli, nell'introdurre l'iniziativa di Sesto, che lo aveva descritto come "un angelo che non vola alto, come quelli di Wenders, ma cammina a lato delle persone".