Busto A. – La bellezza della natura che Mario Pariani coglie non è quella del classico paesaggio, dove le tonalità dei verdi fanno a gara tra esplosioni di vegetazione. La sua attenzione si concentra su piccoli e sorprendenti dettagli che “ferma” in suggestivi scatti.

Alcune delle opere dedicate a questi soggetti, sono esposte nella mostra intitolata “Punto Focale”, allestita allo Spazio Arte Carlo Farioli di via Silvio Pellico. L’artista presenta  una serie di immagini nelle quali ritrae elementi colti, a volte per caso, camminando nei boschi e nei prati. Si tratta di ricci, bacche e frutti di Ippocastani e di altre piante come il  “Liquidambur” o il “Ricinus”, più spesso calpestati che osservati. Sfuggono alla nostra attenzione perché, complice la distrazione, la loro, non è una bellezza che colpisce, non è scontata, ma da individuare, come l’artista dimostra nei suoi lavori.

La ricerca di Pariani da anni si concentra su questi soggetti, dai quali estrapola forme e particolari, attraverso un obiettivo capace di focalizzare l’attenzione su un dettaglio, deformando nel contempo, tutto il resto dell’immagine. Una sorta di intermediazione, tra reale ed elaborazione digitale, che dà origine a effetti suggestivi e singolari. L’immagine da nitida, pian piano, sfuma si fa evanescente, fino a perdere i contorni. Fluttua tra sogno, realtà e fantasia, impalpabile, in atmosfere di sospensione temporale, in una dimensione altra.

Ogni scatto è un racconto, ambientato in scenari diversi, come la serie dedicata ai “gasteropodi” (conchiglie), spirali e geometrie perfette, che l’artista coglie dalla natura ed esplora con minuziosa curiosità.

In mostra anche una serie di scatti dedicata ai fiori. Anche qui, lo sguardo di Pariani non ci accompagna tra trionfi di colori, ma si ferma su boccioli  e corolle appassiti, che incornicia all’interno di una scatola. Una sorta di quinta scenica, che rende i soggetti “nature morte”. E’ come se volesse trattenere qualcosa che è passato e se n’è andato. Le bacche e i frutti a terra, i gusci abbandonati  e i boccioli rinsecchiti ,diventano tracce, orme e ricordi dello scorrere del tempo infinito.

Oltre al suggestivo impatto, i lavori di Pariani, appaiono spesso accarezzati da una sottile poesia dello spirito, che invita l’osservatore alla riflessione. L’attenzione alla vita, alla creazione, alla bellezza della natura alla quale, ormai, si guarda con troppa distrazione. L’artista dunque  invita all’osservazione, alla scoperta e riscoperta, per capire l’intensità della più piccola e insignificante particella.

Oltre alla fotografia l’artista si dedica alla pittura e alla scultura, eseguita con materiale di recupero al quale dona una seconda vita.

La mostra rimarrà in calendario sino al 14 aprile e sarà visitabile nei seguenti orari: giovedì-sabato 16.30/19; domenica 10.30/12 – 16.30/19.

Anita Venegoni