Samuele ArcangioliSamuele Arcangioli

L'idea che si porta dentro di sé è quella della forza, della fierezza, del coraggio. Saranno retaggi di quando fin da giovane seguiva in Africa il padre, anche lui artista in gioventù poi definitivamente guida, esploratore in siti archeologici. Sarà che lui stesso è stato viaggiatore per conto, dividendosi tra gli studi all'Accademia, il lavoro con il padre e la pittura che "era nell'aria" prima di diventare necessità definitiva poco dopo la morte del carismatico genitore.

Dal 2000 Samuele Arcangioli celebra il rito del viaggio "una parte di lui", nella raffigurazione di ritratti felini, sguardi felini, per la precisione, di leoni per lo più, da cui più di recente è nata come da una costola la fascinazione dello sguardo femminile. "Per trovare – spiega l'autore – le attinenze, le complementarietà tra le espressioni, lo sguardo felino nell'uomo o nella donna, lo sguardo umano nell'animale Umanità e bestialità, disgiunte e fuse avolte".

Sono opere recenti quelle che andranno in mostra presso l'Associazione Il Cavedio di via Cavallotti dal giovedì 1 marzo per due settimane. Quattro ritratti felini, quattro femminili accompagnati dalle liriche di  giovane poetessa varesina. "Ci siamo conosciuti, mi ha suggerito somiglianze tra i suoi versi e i miei lavori. Quando ho letto qualcosa di lei, ho percepito anch'io qualche affinità. Ho sentito la terra, ho sentito la forza e sono sensazioni che toccano da vicino il mio lavoro".

AutoritrattoAutoritratto

Trentasette anni e molta pazienza, e lunghi baffi d'autore, Arcangioli traspone la sua idea di forza, di impronta, di segno lasciato in tutte le se ue esperienze. Rivelatore, in questo senso, la sua altra passione: quella per tutte le tecniche di stampa antiche.
Già studiate a Brera, le approfondisce a Urbino dove tiene anche dei corsi: la xilografia,  la calcografia, la litografia.

"Non mi interessa tanto la serialità – dice – o la riproducibilità. Quanto mi affascina il momento vivo che c'è nel primo passaggio sui supporti duri: il lavoro sulla pietra, l'incisione nel legno. La possibilità che una matrice possa essere trattata con dolcezza e con la forza e che rilasci poi il suo segno".

Il legno è il suo materiale prediletto, il supporto unico dei suoi quadri, spesso utilizzando anche le venature come motivi di ombreggiatura finale. Su queste campiture, abborbita la prima stesura di colore, Samuele usa poi in realtà una tecnica mista: carboncino, olio, diluito in molta trementina, la pennellessa o il pennellino per i ritocchi, le spugne, gli stracchi per le diluizioni finali.

Quel tanto che basta a dare ai suoi lavori quel clima onirico, come dietro un sudario, come dentro una fluttuazione, senza  storia e senza tempo, con colori freddi in lieve emersione dal nero. Ancora, come era un tempo la sua pittura, "nell'aria".