A causa dell’emergenza sanitaria Covid-19, le mostre sono sospese. Verificare sempre aperture e orari.

Milano -” OrnAmenTumEtKrimMen” è il titolo della personale dell’artista e attivista sudafricano Kendell Geers, allestita negli spazi di M77 in via Mecenate. La mostra, a cura di Danilo Eccher, presenta una selezione di opere storiche, recenti e installazioni site-specific progettate per interagire con gli interni della galleria. Il percorso si apre con la grande installazione “Hanging Piece” del 1993, realizzata con mattoni di argillache pendono dal soffitto con delle corde rosse. L’artista, europeo di origine, africano di nascita, si definisce animista e mistico, sciamano e alchimista, punk e poeta. Le contraddizioni intrinseche all’identità dell’artista sono incarnate nel suo lavoro. Le sue opere coniugano storia personale e politica, poesia e miseria, violenza e tensione erotica. Geers lavora con vari media e tecniche che vanno da oggetti di uso comune e installazioni di larga scala all’uso di neon sconfinando nella performance e nel video. Il titolo della mostra si basa sul saggio del 1908 “Ornamento e Crimine” dell’architetto austriaco Adolf Loos, pioniere dell’architettura moderna che condannò le decorazioni sulle facciate degli edifici come un eccesso inutile, persino pericoloso, guidando il corso dell’architettura verso il concetto di funzionalità. (fino al 30 gennaio).

Milano – La Galleria Giampaolo Abbondio ospita la mostra di Zhang Huan intitolata “The body as language”. L’esposizione presenta una serie di opere fotografiche che documentano le performance, realizzate tra gli anni novanta e il primo decennio del 2000, dall’artista cinese che usa il corpo come forma di espressione per interpretare la realtà. Giocate sul confine tra Oriente e Occidente, le performance di  Huan esplorano il corpo come incontro e scontro di diverse culture e temporalità. Prendendo inspirazione dall’immaginario popolare cinese e da elementi delle filosofie orientali a lui vicine, l’artista reinterpreta mitologie e indaga il potere dei rituali nella formazione e demistificazione dell’identità. Il titolo della rassegna è un tributo a Lea Vergine, la prima studiosa italiana che riconobbe alla body art la giusta considerazione storica e critica. (via Porro Lambertenghi 6. Fino al 30 gennaio).

Milano – Le vetrine della Buildingbox sono dedicate alle opere di Massimo Micheluzzi e Simone Crestani. Con loro si conclude il confronto fra due diverse generazioni di artisti,  e la stagione dedicata al vetro. Di Massimo Micheluzzi (Venezia, 1957) si possono ammirare due sculture in vetro soffiato che ricordano delle maquettes di architettura. Simone Crestani (Marostica, 1984) presenta invece, “Tensione Estetica”, rappresentata da un albero sradicato che sembra divincolarsi dalle corde che lo trattengono dimostrando come la natura, per quanto costretta dall’intervento umano, vince sempre. Le opere sono  visibili giorno e notte dalle vetrine di via Monte di Pietà 23. (finoal 31 gennaio).

Milano – Momentaneamente sospesa la personale di Franco Guerzoni allestita al museo del Novecento. L’artista presenta una serie di opere realizzate nell’ultimo decennio, dedicate alla recente ricerca. La mostra, intitolata “L’immagine sottratta” allestita nella sala Archivi, propone un itinerario intorno al tema delle pareti. Agli esordi, vecchie e scrostate, ricche di intonaci, precarie per crepe, graffi, muffe e salnitri, sono protagoniste di scatti fotografici utilizzati come supporto del proprio lavoro; successivamente sono evocate sulla tela quale sofisticata archeologia personale dell’artista modenese. Le immagini, ricostruite attraverso la pittura, sono poste in dialogo con lavori dei primissimi anni Settanta nati dalla collaborazione con gli amici fotografi Luigi Ghirri e Franco Vaccari. La mostra presenta anche l’ultima ricerca di Guerzoni intitolata “Intravedere” nella quale piccole stanze di materiale gessoso galleggiano come libri aperti, dove l’immagine è nascosta, appunto “sottratta” allo sguardo dell’osservatore. (Fino al 14 febbraio).

Milano – Nelle sale del Museo del Novecento, anche la mostra dedicata a Loris Cecchini, artista vincitore del Premio Acacia 2020 (Associazione Amici Arte Contemporanea Italiana), che per il quinto anno trova sede nelle sale del museo. Cecchini, classe 1969, è uno degli artisti italiani più affermati a livello internazionale, con le opere Waterbones (177) e Aeolian Landforms (Dahkla 137C), entra così a far parte della collezione del museo. Il lavoro recente di Loris Cecchini prende avvio dalla meditazione sul concetto di “organismo”: un sistema in continua evoluzione che si auto-genera, costruendo la propria crescita a partire da un modulo, come avviene in architettura o nell’analisi del linguaggio. L’immaginario dell’artista, popolato da strutture simboliche e auto-poietiche che dialogano con lo spazio circostante, è veicolato da una sottile ricerca sui materiali, dalle gomme alle plastiche ai metalli.(Fino al 31 gennaio).

Milano – Tra le mostre allestite a Palazzo Reale anche la grande retrospettiva intitolata “Prima, donna”, dedicata alla fotografa Margaret Bourke-White (New York, 1904 – Stamford, 1971). La mostra raccoglie, in una selezione del tutto inedita, le più straordinarie immagini realizzate da Margaret , figura tra le più rappresentative ed emblematiche del fotogiornalismo, nel corso della sua lunga carriera. Accanto alle fotografie, una serie di documenti e immagini personali, video e testi autobiografici raccontano la personalità di un’importante fotografa, una grande donna, la sua visione e la sua vita controcorrente. Pioniera dell’informazione e dell’immagine, Margaret ha esplorato ogni aspetto della fotografia: dalle prime immagini dedicate al mondo dell’industria e ai progetti corporate fino ai grandi reportage per le testate più importanti come Fortune e Life; dalle cronache visive del secondo conflitto mondiale ai celebri ritratti di Stalin e Gandhi, all’America dei conflitti razziali fino al brivido delle visioni aeree del continente americano. (Fino al 14 febbraio).

Milano – “The eye, the eye and the ear” è la prima esposizione in un’istituzione italiana di Trisha Baga ospitata negli spazi di Pirelli Hangar Bicocca. L’esposizione ripercorre la produzione dell’artista, dal suo primo lavoro realizzato tra il 2005 e il 2007 (concepito come una sitcom televisiva in cui l’artista interpreta tutti i ruoli) alla più recente opera (2020) eseguita per l’occasione. Riunendo cinque grandi installazioni video, che indagano la relazione tra il corpo e la tecnologia, la mostra presenta inoltre una ricca selezione di ceramiche datate 2015 e sei lavori della serie Seed Paintings (2017), dipinti composti utilizzando semi di sesamo. Americana di origini filippine, Trisha Baga, è tra le artiste e video maker più innovative della sua generazione. Nei suoi lavori combina linguaggi differenti e attinge dall’immaginario televisivo, cinematografico e da filmati amatoriali per trattare temi come l’identità di genere e il rapporto tra mondo reale e digitale, facendo emergere una diversa prospettiva della contemporaneità. (Fino al 10 gennaio).

Mendrisio – “I disegni giovanili di Le Corbusier. 1902-1916”, è il titolo della mostra allestita al Teatro dell’architettura. Charles-Édouard Jeanneret, noto con lo pseudonimo di Le Corbusier, è stato uno dei maggiori esponenti del movimento moderno in architettura. Alcune sue opere, con i numerosi scritti teorici, rappresentano i cardini dell’evoluzione dell’architettura nel corso del Novecento. E’ stato anche urbanista, pittore e designer. In mostra sono esposti più di ottanta disegni originali inediti provenienti da collezioni private e pubbliche svizzere, e riproduzioni arrivate dalla Fondation Le Corbusier di Parigi. L’esposizione, organizzata in occasione della pubblicazione del primo volume del “Catalogue raisonné des dessins de Le Corbusier”, curato da Danièle Pauly, è accompagana dalla rassegna “Living LeCorbusier” realizzata in collaborazione con Milano Design Film Festival. Si tratta di una selezione di filmati sulla vita e le opere dell’architetto proiettati nella Galleria al secondo piano del Teatro. (Fino al 24 gennaio).

Lugano – Il Porticato della Biblioteca Salita dei Frati ospita un’esposizione dedicata a Renato Bruscaglia (1921-1999), artista tra i più significativi interpreti dell’incisione italiana nel secondo Novecento. La mostra è incentrata sui libri e le cartelle d’artista che costituiscono un aspetto ancora poco indagato della sua opera. La selezione è arricchita dall’acquaforte «Riva nostrana» (1976), stampata per l’occasione nell’Atelier di Novazzano per i membri dall’Associazione Amici dell’Atelier Calcografico e dal manuale d’incisione redatto nel 1988 da Bruscaglia, apprezzato insegnante di Calcografia, recentemente ripubblicato a cura della figlia Marta. In occasione del centenario della nascita dell’artista, l’Associazione ha inoltre realizzato una plaquette con testi di Alessandro Soldini e Renato Bruscaglia, impreziosita da due incisioni originali inedite. (Fino al 20 febbraio).

Rancate (Mendrisio)- “Dentro i Palazzi – Uno sguardo sul collezionismo privato nella Lugano del Sette e Ottocento: le quadrerie Riva” è la mostra allestita alla Pinacoteca Zust. Un’occasione per ammirare non solo dipinti e oggetti per lo più celati al pubblico, ma anche per entrare nella storia del territorio ticinese. I Riva sono infatti uno dei più antichi e illustri casati di Lugano che vantano una intricata rete di contatti con altre storiche famiglie. L’intento è quello di aggiungere un tassello alla vicenda ancora poco nota del collezionismo privato nelle terre dell’attuale Cantone Ticino, dal tardo Seicento all’Ottocento. In mostra sono dunque indagati sia il gusto sia le dinamiche relative alla circolazione e al consumo di opere d’arte. Tra gli autori presenti in mostra, per il Settecento si segnalano, tra i tanti, Marco e Giuseppe Antonio Petrini, Carlo Francesco e Pietro Rusca. Per l’Ottocento figurano opere di Giovanni Migliara, Giuseppe Reina, Francesco Hayez, Pietro Bagatti Valsecchi e dei Bisi. Fino al 28 febbraio.

Brescia – A Juan Navarro Baldeweg è dedicata la retrospettiva ospitata al Museo di Santa Giulia. L’iniziativa rientra nel programma delle celebrazioni per la restituzione alla città di Brescia della Vittoria Alata, la scultura romana che, dopo un attento restauro durato due anni a cura dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, ritorna in città e viene collocata nella cella orientale del Capitolium riallestita su progetto dell’architetto Navarro Baldeweg, (Santander, Spagna, 1939) riconosciuto tra i più originali del panorama contemporaneo internazionale. La mostra presenta una serie di opere, modelli e disegni dei progetti più importanti, grandi tele e sculture, che ripercorrono la poliedrica carriera di Navarro Baldeweg, come architetto, pittore e scultore, permettendo di cogliere le interazioni tra le varie arti. Il percorso espositivo si snoda, all’interno del Museo di Santa Giulia, in tre location: il Coro delle Monache, la Basilica di San Salvatore e la sottostante Cripta. (Fino al 5 aprile).

Carpi (MO) – Sospesa fino al 15 gennaio ai Musei di Palazzo dei Pio l’esposizione che ripercorre la vicenda umana e professionale di Bernardino Ramazzini, autore del De Morbis Artificum Diatriba che ha portato alla nascita della moderna medicina del lavoro. La mostra, curata da Manuela Rossi e Tania Previdi, presenta una serie di documenti originali, prime edizioni dei libri di Ramazzini, volumi a stampa coevi, dipinti di autori quali Antonio Cifrondi e Giuseppe Graziosi che contestualizzano l’ambiente in cui il medico carpigiano si è trovato a operare. Il percorso espositivo della mostra, organizzata nell’ambito del programma del festivalfilosofia 2020,  prende avvio dalla prima metà del Seicento e si spinge fino alla contemporaneità, analizzando temi estremamente attuali, come la sicurezza dei luoghi di lavoro e la prevenzione dei rischi professionali e ambientali.

Varese – Alla Showcases Gallery, prorogata la mostra “Polimodularità Fluorescenti di Dario Zaffaroni. I quadri-scultura dell’artista, collocate in ambito astratto geometrico, rappresentano forme in movimento in un unitario rapporto spazio – temporale. Dell’artista, noto nel panorama contemporaneo sono esposte una trentina di opere. Zaffaroni, nella prima parte della sua lunga carriera ha lavorato con Dadamaino e successivamente ha frequentato altri artisti dell’avanguardia milanese quali: Colombo, Calderara, Scaccabarozzi, Tornquist, Varisco. Le sue “polimodularità cromatiche”, rigorose, geometriche, affiorano da fondi monocromi, prevalentemente neri o bianchi, e coinvolgendo lo spazio, fanno del colore un “incipit”, di luce e movimento, dove l’intervento plastico si fonda sulle valenze cromatiche, creando una raffinata tessitura tra colore e forma.

Varese – Dopo il successo dei primi due progetti fotografici del Fotoclub Varese, intitolati rispettivamente “Fuori posto” e “L’errore consapevole” è ora la volta di “Zona Rossa”. Esperti e appassionati, prendendo spunto dalla situazione sanitaria potranno ispirarsi a questo colore non solo per esprimere i sentimenti, le passioni, le paure, le speranze ma anche per immortalare le situazioni che si presentano durante la giornata. Chi desidera partecipare può inviare le proprie immagini a info@fotoclubvarese indicando nome, cognome ed eventuale titolo.