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Dal valore d'uso al valore d'arte – Nel 1987 Enrico Baj scriveva: "Ambrogio Pozzi è un tremendo creatore di microstrutture d'ambiente, un ambiente complicato, irto di torri e piattaforme, pieno di fantasia, di oggetti double face, vere trappole di un progetto post – design. L'uso dell'arte si trasforma nell'arte di alterare l'abitudine come quando cerchi, senza riuscirci, di afferrare un manico di un coltello o di un cucchiaio imprendibile per la sua astrattezza. L'oggetto torna così dall'uso al suo valore d'arte e noi, che vediamo nelle complicazioni ornamentali una salvaguardia dell'immaginario, approviamo la sfrenata fantasia creatrice che qui viene proposta come continua metamorfosi del sistema degli oggetti. Coppe, caraffe, vasi, chicchere, cilindri, teiere, calici, bricchi, piatti, bicchieri, tazze e posaceneri diventano gli elementi costruttivi di un paesaggio immaginario, vere tessere di un puzzle della memoria".

Un protagonista della storia del design – Dopo vent'anni queste parole risuonano ancora di intensa attualità, tanto più oggi che è stato inaugurato, alla presenza delle autorità, il Museo del Design alla Triennale di Milano. Ambrogio Pozzi sarà presente con alcune sue opere come colui che ha contribuito e ha preso parte in prima persona alla Storia del Design: "è un progetto molto importante – commenta – perché da anni si parlava e si tentava di far qualcosa per il museo del design, che finalmente oggi ha trovato un sua sede. Sarà un museo dinamico, questa esposizione durerà 18 mesi, poi ci sarà un turn over e verranno esposti altri soggetti e artisti".

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Uno sopra l'altro – In mostra le opere di Pozzi sono tra quelle che l'hanno reso un designer famoso in tutto il mondo: il Cono per Pierre Cardin e il servizio Alitalia. Ma non solo; il designer infatti spiega: "oltre all'esposizione vera e propria ci sarà un film in cui verranno proiettati molti soggetti dei miei progetti. La proiezione si intitola "La democrazia dell'impilabilità" ed è prodotta da Daniele Lucchetti. Il concetto di impilabilità ha assorbito infatti molto il lavoro di Pozzi negli anni. Esso si ritrova nello stesso Cono o in numerosi altri suoi progetti tra cui ad esempio la Serie Compact, in cui caffettiera, teiera, tazze e lattiere si impilano le une sulle altre ottenendo importanti risultati in relazione al recupero dello spazio, senza tralasciare il godimento estetico dato dalla sovrapposizione. Così oggi al Museo del Design, con movimenti quasi impercettibili, vediamo increduli gli oggetti trasformarsi da semplicemente utili a vere e proprie opere d'arte, come Baj ci ha fatto vedere vent'anni fa parlando dei lavori di Ambrogio Pozzi.