Il Santuario di SaronnoIl Santuario di Saronno

Una Biennale saronnese – Più di 45 mila Euro: è questo l'ammontare complessivo dei premi messi in palio dal Comune di Saronno e dai partners finanziari (tra i quali anche Provincia di Varese e Ferrovie Nord) per il concorso "Artisti in piazza" 2009. Evento pluriennale cui tutti, senza limiti di età e professionalità, possono accedere. Qualsiasi persona con la passione per tela e pennelli  può iscriversi al concorso, per tentare di vincere i premi che tra marzo e dicembre ogni prima domenica del mese vengono assegnati. Si va dai 700 ai 300 Euro mensili e dai 10 mila ai 2500 Euro della finale fissata a fine 2009. Riconoscimenti certamente appetibili per un concorso che supera in cifre quelle del primo classificato della Biennale di Venezia. Abbiamo sentito alcuni esperti d'arte per sapere cosa ne pensano.

Ingenuità – "L'idea di coinvolgere più persone intorno all'arte è buona, come buona è l'iniziativa di popolare il centro di Saronno con cavalletti e opere d'arte, ma mettere i dilettanti sullo stesso livello dei professionisti, ricompensandoli con cifre sostanziose, beh questa è un'ingenuità. Non è giusto che il pittore della domenica venga valutato alla pari di un artista che dedica alla ricerca un'intera vita", dichiarano Duilio e Marina Affanni, titolari della galleria saronnese Il Chiostro Arte Contemporanea. Tanti artisti professionisti che gravitano intorno alla loro galleria, e non solo, hanno infatti deciso di non partecipare alla gara, anche perché non è chiaro chi nella commissione sia così competente da poterli giudicare: nel regolamento è scritto infatti che la giuria è composta da un rappresentante del Comune di Saronno, da uno dell'Associazione Commercianti, da uno degli sponsor, da un membro del comitato organizzatore e da un esperto d'arte.

Marina AffanniMarina Affanni

Questione giuria – La commissione appunto. A tre giorni dall'inizio della manifestazione non si conoscevano ancora i nomi dei giurati, tanto meno quello dell'esperto d'arte, che in extremis per il mese di marzo fu individuato nella figura di Duilio Affanni. "Un modus operandi che non solo induce l'artista serio a non prendere parte al concorso, ma che porta a pensare che il giudizio venga dato sulla base delle impressioni e del criterio piace/non piace. Altra ingenuità da parte dei curatori dell'iniziativa -sottolineano gli Affanni- se consideriamo le cifre messe in ballo e il fatto che l'Amministrazione possa ritrovarsi alla fine in Municipio un'opera pagata 10 mila Euro e magari non valerli nemmeno". Incalzano dalla galleria: "Con questo non vogliamo attaccare l'Amministrazione, con la quale abbiamo più volte collaborato pacificamente, semplicemente mettere a conoscenza di tutti come stanno i fatti. L'iniziativa si poteva organizzare, ma mettendo ben altre cifre a concorso. Oppure tenere l'elevato ammontare dei premi, ma gestirli con altre modalità attraverso tecnici dell'arte".

Più esperti d'arte –
Interrogato su "Artisti in piazza", anche il direttore del Museo di Arte Contemporanea di Lissone (MI), Luigi Cavadini, ha espresso qualche perplessità in merito a modalità concorsuali, giuria e premi: "L'iniziativa in generale può essere interessante, ma la presentazione delle opere per strada può essere accettabile per l'estemporanea e magari in un'altra occasione, non per tutto l'anno. Il regolamento mi pare costruito mettendo a confronto regolamenti di diversa natura e di diverso livello. Si è pensato di unificare due diverse impostazioni (una di carattere popolare, una più criticamente collaudata), riuscendo però a fare solo molta confusione tra chi fa arte e chi dipinge. Non vedo problemi nel fatto che l'esperto cambi ogni mese e che i partecipanti non sappiano anticipatamente chi li giudicherà. Quello che mi sembra assurdo è che l'esperto sia confrontato, alla pari, con altri personaggi che d'arte forse non ne capiscono nulla e che il suo voto valga per un 20% sul totale. Sarebbe stato utile per una scelta di qualità – che veramente evidenzi le opere migliori – che il peso degli esperti d'arte fosse decisamente più alto rispetto ai rappresentati di enti che non hanno conoscenze specifiche di ciò che vanno a giudicare. Altrimenti tanto varrebbe lasciare la scelta ad una giuria popolare. Per quanto riguarda i premi, infine, li ritengo poco comprensibili nelle varie fasi di selezione. Diamo pure un punteggio per giungere alla selezione finale, ma solo quello. Le cifre mi sembrano molto alte: vanno al di là di quanto si assegna in concorsi storici di livello internazionale, in cui gli artisti partecipanti sono selezionati da advisor e direttori di musei di vari Paesi".

Emma ZanellaEmma Zanella

La vacca migliore – Anche Emma Zanella, direttrice della Gam di Gallarate, stuzzicata sull'argomento, non ha rinunciato a dire la sua: "Può essere una buona iniziativa, ma dal bando non mi sembra di capire che ci sia qualcuno di veramente competente in materia. Mi pare poi che l'opera d'arte sia utilizzata come elemento commerciale; il che mi sembra offensivo nei confronti di chi fa ricerca, cioè di chi si impegna seriamente in questo campo e non lo fa solo per hobby. Qui ci troviamo davanti al commercio della vacca migliore. È positivo mettere in palio dei premi in denaro, ma le modalità di scelta non sono coerenti con il campo dell'arte: la gara e le modalità di esposizione esulano dal professionismo. Questa manifestazione è una follia pura, ha il gusto di certi concorsi dell'immediato dopoguerra".

Spreco di denaro pubblico – Sull'uso di denaro pubblico per finanziare l'iniziativa sono stati poi espressi pareri affini, ma con toni contrastanti. Diplomaticamente Cavadini dichiara: "Meglio evitare da parte dell'ente pubblico concorsi in cui si pensa troppo
in grande, senza avere le idee chiare su cosa sia l'arte. La cultura ha bisogno dell'investimento pubblico, purché esso non scada, come mi pare avvenga in questo caso, nella demagogia". Perentorio e senza mezze misure l'artista ed insegnante Franco Marrocco: "Conosco perfettamente l'iniziativa e penso che i soldi messi in campo siano sprecati. La politica locale si dovrebbe vergognare. Questa è la capacità culturale dell'Amministrazione di Saronno. Conosco Beneggi (ex Assessore alla Cultura e allo Sport del Comune di Saronno) e gliel'ho già fatto presente. Manca un progetto valido. Qui stiamo parlando di cifre esorbitanti per dei dilettanti, quando io fatico ad avere 10 Euro per finanziare i progetti dei miei ragazzi a Brera! Mi piacerebbe fosse fatta una tavola rotonda tra i giornali per fare chiarezza sulla questione".

Artevarese c'è, ci auguriamo che altri colgano l'occasione per esprimere la loro opinione.