Il sipario si apre.
Nel silenzio una voce. E’ Dio, che dice a Don Silvestro di costruire un’arca per mettere in salvo i suoi paesani.
Poi la gioia irrompe: arriva la luce, quindi volti, note e colori…
“Aggiungi il posto a tavola” sale sul palco del Teatro Openjobmetis di Varese per accogliere il campanile del Bernascone e sostenere il restauro di quello che è un simbolo della città, fusione di arte e storia.
Il musical è bello e coinvolgente e lo è anche la sua avventura, tutta varesina.

Il produttore Giacomo Mazzarino racconta che l’idea è nata intorno a un tavolo, quando un gruppo di amici e teatranti di Varese, gli Effetti Collaterali, ha deciso di testimoniare l’interesse per  la propria città. «La compagnia, nata nel 1996, – spiega – ha sempre voluto fare della solidarietà una propria cifra, dare una mano a chi ne ha bisogno e abbracciare nuovi progetti. Per “restituire” il tanto affetto ricevuto dalla nostra Varese abbiamo deciso di sostenere un progetto legato al campanile di San Vittore».

«Già dal 2016 il Bernascone ha dato segni di debolezza. Dopo 400 anni di vita e gli effetti dei colpi delle cannonate infertegli dal generale Urban, era il momento di intervenire a favore di questo bene architettonico tanto amato. Dobbiamo farcene carico tutti. Per questo abbiamo pensato ad “Aggiungi un posto a tavola”, dove il posto da aggiungere era proprio quello per il campanile».

Dopo aver portato in scena piéce tanto diverse, questa volta gli Effetti Collaterali hanno puntato sulla tradizione. «Quando anche mia figlia di 3 anni ha iniziato a canticchiare il motivo di “Aggiungi un posto a tavola”, mimando il balletto, ho capito che è un musical davvero trasversale e transgenerazionale, che ancora oggi porta allegria con la sua bellezza. – racconta Mazzarino – E’ uno spettacolo attuale anche perché parla di accoglienza, di apertura e dell’importanza di costruire qualcosa assieme. Come i parrocchiani che, piccole formiche, uniti, potranno diventare una forza e costruire un’arca per salvarsi».

Una volta deciso il testo teatrale, ha preso il via la ricerca delle autorizzazioni.
«L’opera, scritta nel 1974, è molto tutelata e gli autori sono i famosissimi Garinei e Giovannini con Iaia Fiastri, su musiche del grande maestro Trovajoli. Lo spettacolo viene messo in scena a livello professionale da una quarantina d’anni, oggi con Gianluca Guidi, figlio di Johnny Dorelli, che ha preso il testimone del padre. Viene sempre rappresentato, un po’ come i musical di Broadway».

«Non era scontato poterlo mettere in scena a livello amatoriale. Ci siamo rivolti alla SIAE di Roma, anche per vedere cosa succedeva. La prima risposta è stata negativa, perché c’era un’esclusiva. Ma ci hanno detto di provare a presentare la modulistica. Ho compilato e inviato, spiegando nel campo note perché avevamo scelto quest’opera e con quale finalità. Poche ore dopo mi ha risposto una delle eredi di Garinei, Gaia, che ha abbracciato in modo totale la nostra iniziativa. C’erano ancora tanti eredi da convincere ma, nel giro di un mese, tutti si sono detti favorevoli!».

«Da fine ottobre del 2017 ha preso il via la costruzione del gruppo di lavoro artistico, guidato dal regista che si presenta con lo pseudonimo di Carlo Rebelvati, un professionista del settore che è stato felice di lavorare con noi. Insieme con gli Effetti Collaterali si sono messe in gioco decine di persone in modo completamente gratuito: attori, cantanti, ballerini, musicisti, tecnici, costumisti, operai specializzati…. sommando bravura, professionalità a tanta dedizione».

A partire dalla “voce di Dio”, donata da Max Laudadio.
Con il suo tono intenso e coinvolgente e l’impegno gratuito, Laudadio – che ha affermato sorridendo: «Spero solo che Dio non si arrabbi con me se la mia voce non gli piacerà!» – dimostra il valore di una dedizione al prossimo che l’ha portato a vivere esperienze molto intense di accoglienza e a portare il suo aiuto in una terra in difficoltà come Haiti.

 

Il lavoro per realizzare il musical è stato una perfetta armonia di intenti.
«L’impegno di tutti, volontario, è stato l’aspetto più stimolante e gratificante. Abbiamo costruito un gruppo di lavoro partendo dalla parte artistica, che era l’ossatura dello spettacolo, introducendo il nuovo elemento del canto».

«E’ stata fondamentale la collaborazione con la Compagnia della Gru, noto gruppo canoro varesino, che ha curato tutta la parte musicale. Il maestro Enrico Salvato, insieme con Simone Poletti, ha fatto un lavoro incredibile con gli attori, che hanno imparato a essere anche cantanti. Ha poi coinvolto una band composta da 5 abili musicisti, impegnata dal vivo a teatro. C’è inoltre il corpo di ballo del Balletto di Varese, importante scuola di danza cittadina, guidata dalla maestra Rita Boari».

“Aggiungi un posto a tavola” ha il patrocinio del Comune di Varese e il sostegno della Curia, nella persona del prevosto mons.Luigi Panighetti. I nomi da ricordare e coloro che hanno sostenuto il progetto di Effetti Collaterali sono veramente tanti e sono tutti citati sul sito del progetto.

Ma torniamo al luminoso palco del teatro di Varese, dove l’impegno di tanti artisti e professionisti ha coinvolto il pubblico, conquistato dalle vicende del bravo Don Silvestro e dei suoi paesani, dalla imperiosità del simpatico Sindaco e dalla gioiosa Consolazione, dal bel canto della dolce Clementina e dall’incredibile Cardinale, innovativo sul suo skateboard elettrico, l’hoverboard!

Il sipario si è chiuso su questa bella rappresentazione che ha donato tanta gioia e la consapevolezza che è bello condividere un progetto comune: cantando, ballando, recitando, producendo e anche offrendo il proprio sostegno. Così ci sarà un posto a tavola anche per noi.

Chiara Ambrosioni