Poche righe, talvolta relegate nei bassifondi delle note a pie' di pagina. E' tutto quello che si trova su Davide Adreani, ceramista scomparso a Cunardo il 9 agosto del 1855. Davide, di Battista e Francesca Baroni, migliorò, nel tempo la qualità del suo prodotto, passando dalle grossolane stoviglie e catini, alle terraglie fini e ai vasi decorati dalle forme semplici ma sorprendenti per forma e struttura.

Guardarsi intorno e aggiornarsi periodicamente sembra siano stati i "comandamenti creativi" del nostro che, per qualificare ulteriormente il prodotto della sua manifattura utilizzò terre inglesi, poi di Vicenza, infine impasti misti che gli consentirono forme più sottili e leggere. Nè mancò di recarsi in una delle capitali della ceramica decorata, vale a dire, Faenza dalla cui tradizione artistica e artigianale trasse il disegno delicato steso con smalti fluidi e brillanti e il gusto per la decorazione ad eleganti arabeschi su fondi azzurri o gialli.

Ma si sa che l'esempio buono e intelligente miete consensi e successi, magari a distanza di tanto tempo. E così, sull'esempio dell'Adreani, vennero verosimilmente impiantate altre fabbriche di maiolica, infatti nella guida di Varese del 1837 vi si legge che: "…in Cunardo si lavora in diverse fabbriche di majolica…". Di lui si trovano interessanti tracce bibliografiche in G. FERRARI, Ceramiche valgannesi, in "Archivio Storico della Badia di S. Gemolo", fasc. IV, Ganna (Va) 1973, pp. 37-42; L. SCHIROLI, Vent'anni d'arte a Cunardo, in "Tracce" n.4/1984; G. POZZI – V. ARRIGONI, Le antiche fabbriche varesine di maiolica, in "Cünta Sü", Laveno Mombello dicembre 2001; A. GRIFFANTI, Nelle manifatture di Castello Cabiaglio, Ghirla, Cunardo: due secoli di tradizione ceramica, in "CeramicAntica", n. 7, luglio/agosto 2006, pp. 52-57.