Ritratto inciso di SpallanzaniRitratto inciso di Spallanzani

Estate 1772. Il celebre naturalista Lazzaro Spallanzani in uno dei suoi viaggi scientifici toccò le rive del lago Maggiore e del Lario e ne annotò le tappe e le spese in modo sistematico. Dopo oltre tre secoli è possibile ripercorrere questo tragitto, grazie all'architetto Pozzi, di Gemonio, che ne ha ripreso gli appunti.

Il personaggio Spallanzani.
Grande naturalista italiano, visse nel XVII secolo e fu lo scopritore della fecondazione artificiale. Di formazione scientifica, si laureò in biologia e intraprese la carriera di insegnante presso scuole superiori e università. Nel 1769 fu chiamato presso l'Università di Pavia, dove insegnò Storia naturale. Nel corso degli anni compì importantissimi viaggi a scopo scientifico, fra cui a Istanbul e nei Balcani.

Il viaggio.
Nel 1772 lo studioso compì un viaggio proprio sul Lario, ma non trascurò l'alto Verbano. Nel suo diario si legge che il 14 agosto passò da Lugano e due giorni dopo fu a Luino. Qui si impegnò a studiare al microscopio una salamandra terrestre.
Nei giorni seguenti fu a Maccagno, in Val Dumentina e in Val Veddasca, dove esaminò alcuni filoni di rame e pirite. Poi fu la volta delle isole Borromee, di Laveno, infine Varese, Como e di nuovo Milano.

La fonte.
È il diario dello stesso Spallanzani la fonte più diretta e precisa, un manoscritto conservato presso la Biblioteca comunale di Reggio Emilia. Da qui si possono trarre interessanti informazioni relative anche al modo di viaggiare del Settecento. Lo studioso viaggiava accompagnato da un servitore, aveva con sé una attrezzatura da viaggio, costituita da barometri, termometri, ma anche tele cerate contro la pioggia e un cappello di paglia contro il sole. Alloggiò soprattutto in locande, e si mosse su barche, come nei tratti da Menaggio a Bellagio, oppure da Luino a Maccagno. Da Laveno invece a Varese furono quattro cavalli a portare Spallanzani e il suo servitore.