Sbarco sull’isola di CayeCaulker, a sud di San Pedro, nel Mar dei Caraibi, in una giornata troppo nuvolosa per il mio nuovo costume da bagno a fiori gialli.

Vedo un rastaman dalla lunga vita vissuta che sta dipingendo in riva al mare, con la schiena adagiata sul legno ricurvo di un’enorme palma.

Lo osservo da lontano: i lunghi capelli raccolti in trecce infinite, le mani nodose da pe­scatore esperto e il tatuaggio di un airone sulla spalla significano “ho scelto la libertà”.

Mi avvicino con la cautela che si riserva alle Grandi Anime ma lui, senza staccare gli occhi e le dita dal dipinto, subito mi sussurra: «Heyguy! Oggi è una giornata senza sole, quindi senza mare per voi, ma vieni qui! È un giorno speciale per te.» Lo guardo senza capire e lui continua: «Prendi il tuo tempo, siediti e osserva la vita che passa lentamente. Sulla nostra isola non c’è rete per i vostri te­lefonini ma ci sono reti da pesca, reti di persone che si parlano, che si vogliono bene che lavorano insieme…» e allarga la bocca in un sorriso gigante.

«Sì, hai ragione, mi fermo un attimo qui: mi piacciono i colori della tua tela. Anch’io dipingo, solo per divertimento» oso confes­sare, «ma continua! Non voglio disturbarti.»

«Vedi, questo è il fiume della vita», mi spiega indicando il suo acquarello appena abbozzato, «questa è la Montagna Sacra per noi popolo dei Garifuna. Veniamo dall’Africa, ci siamo fermati in America Centrale per un po’ ma siamo solo di passaggio. La nostra meta è Altrove.»

«Vorrei imparare a dipingere la vita», continuo io «ma i miei quadri sono astratti, ci sono i colori ma non le forme» e gli mostro delle immagini della mia ultima mostra dallo schermo della macchina fotografica.

«È giusto così, ragazzo», ribatte lui dopo aver osservato con attenzione le mie opere. «Questa è la vita come tu la percepisci: colore, energia, improvvisazione! Ricerca le tue radici e continua a viaggiare avanti.

Lungo il tuo cammino ci saranno giornate come oggi, che sembrano non coincidere con ciò che avresti voluto, con quello che ti aspettavi da un dato luogo, in un preciso momento. Son giorni di nuvo­le che servono per rallentare, respirare, as­secondare gli unici ritmi che contano, quelli della Natura. Sono momenti invitanti, fatti per afferrare una direzione che forse non avresti preso al volo. Lascia agli altri la fretta inu­tile del non sapere dove andare.»

Non aggiungo nulla. Mi basta così. Ringrazio e saluto con un gesto della mano ma prima di riprendere la rotta di casa mi fermo ancora qualche minuto sul pontile per prendere nota di queste inattese pa­role.

Per fortuna il mio taccuino degli appunti non ha biso­gno della rete wi-fi.

Ivo Stelluti, il Viaggiator Curioso,
Caye Caulker, Belize, Caribbean Sea, 8 Gennaio 2014