Busto Garolfo – A Villa Brentano prosegue la collettiva  organizzata da Indipendent Artist che rende omaggio al Canale Villoresi, una delle opere idrauliche più imponenti e visionarie della Lombardia. Fino al 28 giugno, il primo piano della storica villa ospita la ricca esposizione che intreccia arte, memoria e paesaggio, raccontando il Canale non solo come infrastruttura, ma come simbolo di connessione tra uomo, natura e progresso.

Il Canale Villoresi, una delle opere di ingegneria idraulica più affascinanti e significative della Lombardia, diventa dunque il protagonista di una mostra che ne esplora l’essenza attraverso l’arte.  Le opere in mostra – pitture, fotografie, video, installazioni e sculture – riflettono la bellezza del paesaggio e la sua trasformazione, raccontando un flusso di acqua che ha plasmato territori, creato opportunità e attraversato generazioni. Non è solo una struttura funzionale, ma un vero e proprio percorso visivo ed emotivo, che alimenta la memoria storica e stimola nuove interpretazioni artistiche. Ogni opera invita a guardare oltre la superficie, riscoprendo il valore di un’opera che ha segnato il paesaggio lombardo in maniera indelebile.

La mostra, dedicata alla vita di Eugenio Villoresi celebra l’impegno e la genialità di un uomo che ha segnato la storia della tecnologia e dell’ingegneria. Villoresi, noto per il suo contributo fondamentale nella realizzazione dell’omonimo Canale, è stato un pioniere che ha saputo unire scienza ingegneristica e visione sociale. La mostra esplora il suo percorso attraverso una serie di opere d’arte che raccontano la sua passione nel ripagare positivamente i contadini che hanno salvato la sua famiglia.

Lo spunto di questa esposizione viene dal nuovo libro “Il Mormorio del Mare”, scritto da Valerio Villoresi. Il percorso espositivo offre uno spunto di riflessione su come la tecnologia possa essere al servizio dell’umanità, con uno sguardo particolare alla bellezza intrinseca dell’idea di fondo del Canale, sottovalutata e contrastata durante la sua costruzione, ma fondamentale nel plasmare il nostro paesaggio moderno e che ha salvato buona parte della pianura padana dalla siccità e dalle carestie.

Gli artisti sono stati invitati a prendere spunto dal romanzo stesso e dall’introduzione al libro che ne fa l’autore, qui di seguito in parte riportata: “Di tutte le cose non resta che un ricordo, portato dal “rumore lieve e prolungato delle onde del mare”. Quel mare che, in psicologia, è icona dell’inconscio e meta delle anime erranti. Le anime, paradeigma, ci ricorda Platone, ossia realtà ideali che ci seguono o precedono come l’ombra, portatrici di destino e di fortuna, trovano sé stesse nell’infinità del mare, quando al crepuscolo il cielo e l’acqua si congiungono nell’attimo in cui la notte diventa giorno. “L’acqua”, sorgente della vita rappresenta la rinascita e “le onde” che si rigenerano con un moto perpetuo, simboleggiano la forza e la tenacia di Eugenio Villoresi.

Nel dipanarsi della narrazione si agitano molteplici figure: in senso individuale, sotto forma di personali convinzioni e motivazioni ad esistere e in senso collettivo sotto forma di miti ed archetipi, figli e figlie del secolo in cui sono proiettati. Ma tra le leggende e i ricordi emerge la grandezza dell’Uomo. La sua capacità di modificare sé stesso e l’ambiente in reciproca veicolazione. E in questo movimento perenne si cela il “progresso”. Si creano tragitti nei luoghi terrestri, marini e celesti, tutti originariamente privi di strade e disposti ad accogliere le nostre orme. Queste tracce sono la nostra anima e testimoniano il motivo del nostro movimento insieme agli obiettivi che tale cammino conserva nei nostri ricordi”.

Gli artisti che espongono le proprie opere sono: Anto, Piero Bagolini,  Daniel Barclay, Stefano Lorenzo Cavané, Giorgio Colombo, Marina Comerio, Roberto Crippa,  Melissa Damson, ELSI, Sergio Franzosi, Luca Freschi, Daniele Giustat,  Tina Lupo,  Nathan Marchetti,  Mauro Martin, Paolo Matteucci, Vincenzo Merola, Barbara Nati, Carlo Olper,  Vincenzo Pennacchi, Perego Patera,  Dado Schapira, Krzysztof Sokolovski, Olivo Tagliapietra, Urbansolid, Alberto Venegoni, Claudio Verganti, Alice Voglino e Mayumi Yamakawa.

L’esposizione allestita al primo priano di villa Brentano (in via Magenta) è visitabile nei seguenti orari: da martedì a venerdì su appuntamento; il sabato dalle 14.30 alle 18.