Veduta esterna dell'alta cupola della Basilica di SupergaVeduta esterna dell'alta cupola della
Basilica di Superga

È rinomato e riconosciuto per essere stato uno fra i più alti protagonisti della grande stagione architettonica piemontese fra Barocco e Rococò.

È Filippo Juvarra, nato a Messina nel 1678 ed impegnato, per lunghi anni, a Torino come architetto e scenografo di casa Savoia.
Tra lui e Guarino Guarini – l'altro genio innovatore del modo di concepire e vivere l'architettura – esiste uno scarto generazionale e, anche dal punto di vista delle scelte progettuali, è evidente una cesura distinta.

Sulla personalità di Juvarra, che pur doveva aver avuto ben presenti, nella natia terra siciliana, le architetture di Guarini, esercitò un'influenza determinante il decennale alunnato a Roma presso Carlo Fontana e Francesco Fontana.
Sempre nella capitale, nel 1705,
ottenne un clamoroso successo al concorso di disegno architettonico dell'Accademia di San Luca, che segnò l'inizio della sua attività indipendente.
Qui, inoltre, Juvarra si dedicò con perseveranza allo studio delle architetture antiche ma anche a quelle di Michelangelo, Bernini, Borromini, Pietro da Cortona e Andrea Pozzo. Il frutto di tale studio decennale è un ampio corpus di disegni.

Nella Palazzina di Stupinigi, Juvarra elabora un'architettura in grado di compenetrarsi con lo spazio naturale circostante grazie all'originalissimo impianto ovale che si espande a "X" verso i giardini.
Tra gli edifici civili vanno ricordati anche i grandiosi disegni per una vera e propria corona di regge che circonda la capitale, tra cui il castello di Rivoli e la reggia di Venaria Reale, con l'aerea Grande Galleria e la chiesa di Sant'Uberto.

L'interno della cupola di SupergaL'interno della cupola di Superga

Una simile imponente ossatura di poderosi pilastri ed una serie di profonde aperture che garantiscono fonti di illuminazione diffusa si ritrovano nel suo capolavoro: la Basilica di Superga che rivela schiettamente i propri modelli tipologici: il Pantheon e San Pietro.
Da sottolineare la personale e sicura interpretazione juvarriana delle forme del Seicento romano, ma soprattutto l'originalità dell'idea dell'alto basamento su cui si innalza l'edificio e dello slancio verticale del cilindro della chiesa, che viene in tal modo inserito nel paesaggio come elemento dominante.
Infatti, è proprio la scenografica e precisa posizione, scelta dalla committenza – sulla sommità del punto più alto della collina torinese – a porla in collegamento visivo e simbolico con il Castello di Rivoli, per rimarcare con forza il valore dinastico e programmatico affidato alla basilica.

Attratto da una serie di committenze reali, Juvarra ebbe modo di conoscere le principali capitali europee, come Lisbona, Parigi, Londra e Madrid. Qui, nel 1735 il re di Spagna Filippo V gli richiese un progetto per il nuovo palazzo reale. L'architetto siciliano si trasferì quindi nella capitale spagnola, dove progettò un monumentale e grandioso edificio ispirato, ancora una volta, alla reggia di Versailles. Anche questa volta il progetto juvarriano, troppo dispendioso, non fu realizzato; solo dopo la morte dell'architetto, il suo assistente Giovanni Battista Sacchetti costruì un edificio che ne riprendeva alcune caratteristiche stilistiche ma ne modificava radicalmente l'impianto.
Juvarra muore a Madrid nel 1736.

Clara Castaldo

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